Lungo la via Tito Angelini, che porta al piazzale ove è l’ingresso della Certosa di San Martino e alla Pedamentina, si costeggia il Castel Sant’Elmo, straordinaria costruzione sorta sul precedente palazzo voluto da Roberto d’Angiò, dell’architetto valenzano Pedro Luis Escrivà del 1537-1546, in parte scavata nella roccia tufacea della collina, di impianto stellare a sei punte, con profondo fossato, circondata da torrette. Fortezza inespugnabile, simbolo del potere spagnolo e carcere dei patrioti al tempo della breve stagione della Repubblica Napoletana. Dalla strada si ha una bella veduta sulla porta principale, che supera il fossato sul ponte levatoio, che reca al di sopra il grande stemma dell’imperatore Carlo V, in marmo bianco di Carrara, con l’aquila bicipite, e l’epigrafe che ricorda, con l’autore del progetto e la data, la nuova configurazione del castello al tempo del vicerè Don Pedro de Toledo. Il castello compare, dominante la sottostante Certosa di San Martino, in tutte le raffigurazioni della città dal mare, a partire dalla celebre Tavola Strozzi del Quattrocento fino alle vedute del Settecento. E' oggi sede del Museo del Novecento a Napoli e della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico Artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Napoli.