Durante l'occupazione nazista (1943-1945) la Cittadella divenne luogo di detenzione per partigiani, antifascisti e militari. Il 18 febbraio 1945, un gruppo di militi fascisti fatta irruzione in un cascinale di Castellazzo Bormida arrestò Luciano Scassi, comandante di Divisione G.L. nell'Acquese e fondatore del movimento partigiano d'ispirazione "Giellista" in Provincia di Alessandria. Per lui ed altri tre compagni di lotta venne convocato d'urgenza il Tribunale militare che pronunciò la condanna alla pena capitale. Il 20 febbraio Luciano Scassi, Amedeo Buscaglia, Ettore Gino "Kappa 13", anch'egli partigiano di G.L. e Pietro Scaramuzza, giovane staffetta e combattente della Brigata "Matteotti - Val Tanaro", vennero trucidati dal plotone di esecuzione. Mentre i loro carnefici caricavano le armi, i condannati intonarono l'Inno di mameli e caddero gridando "Viva l'Italia!".