Il 13 ottobre 1480, durante i lavori per la costruzione di Piazza della Loggia, il Consiglio generale, forse dietro proposta di alcuni eruditi cittadini, decide che le epigrafi di epoca romana emerse durante i lavori non vengano distrutte ma conservate per il futuro, ed esposte nelle mura dei nuovi edifici della prigione e del Monte di Pietà, condannando i contravventori alla multa di due ducati per ogni lapide che avessero venduto o distrutto. Viene di fatto creato il primo museo pubblico all’aperto, liberamente fruibile dai cittadini, un’idea innovativa che il grande classicista Theodor Mommsen ha definito «sine exemplo», senza precedenti. La più grande è la cd. epigrafe di Erbusco: lunga oltre 5 metri, databile 44 a.C. riporta come soggetto il giovane diciannovenne Ottaviano, futuro Augusto. Altre 22 iscrizioni romane, quasi tutte funerarie, vennero collocate sulla facciata del palazzo, volutamente ad altezza occhi, dando testimonianza dei cittadini romani dell'antica Brixia