La LH è ormeggiata a calata Boccardo, porto di Genova. Realizzata dalla Demag di Duisburg per la Marina Imperiale Tedesca nel 1915, era un mezzo di servizio alle costruzioni navali dell’Arsenale e, in quel momento, era la gru galleggiante più grande del mondo, con 250 t di portata e braccio mobile di 85mt di altezza. Alla fine della I Guerra Mondiale rischiò la fine della marina tedesca, autoaffondata a Scapa Flow, dopo essere stata requisita dai vincitori inglesi. I tedeschi riuscirono a evitare il trasferimento e negli anni '30 vide il riscatto dalle umiliazioni imposte dal trattato di Versailles. Partecipò alla costruzione di navi da battaglia che diventarono simboli della potenza germanica (Admiral Graf Spee e la Tirpitz). I bombardamenti alleati della II Guerra Mondiale non la danneggiarono e alla fine divenne proprietà della Marina Militare Americana, nella base di Bremerhaven. Vari passaggi di proprietà, fra governo tedesco, marina americana e privati segnarono gli anni '50 e '60, fino a che, giudicato troppo oneroso il suo mantenimento, fu venduta a un’azienda italiana per la movimentazione del carbone in Sardegna. Dopo alcuni anni, fu acquistata da un armatore genovese che la trasferì a Genova. Poteva essere valutata come ferro da fondere capace di fare solo qualche sollevamento importante, prima della demolizione, ma l’armatore aveva capacità e sensibilità per intuire come quella gru avesse un vissuto e una tecnologia che meritavano di essere conservati. Nel 2002 l’armatore incontra, a bordo, un funzionario della Soprintendenza che sta cominciando ricerche sul patrimonio portuale genovese e, da quel momento, la LH rinasce, ancora una volta. Nello stesso anno, viene dichiarata dal MiBACT d’interesse particolarmente importante, il cosiddetto vincolo. Era la prima volta che un mezzo di questo tipo veniva vincolato, in coerenza con il Codice dei Beni Culturali che enumera come beni da tutelare anche i galleggianti, i mezzi di trasporto e ogni testimonianza dell’ingegneria e del lavoro. E' una vera e propria nave, con propulsione elettrica prodotta da dinamo azionati in origine da una macchina a vapore. Le dinamo forniscono energia a tutti gli apparati della nave, dagli argani di sollevamento – ben quattro - e di tonneggio, alle pompe e a tutti i servizi di bordo. L’equipaggio era composto da 21 uomini alloggiati in cabine sottocoperta. La plancia di comando navigazione era collocata all’interno del castello, al centro della corona di rotazione della gru. E’ uno splendido esempio conservato della tecnologia costruttiva delle strutture metalliche novecentesche e degli apparati elettro-meccanici. MOTIVI PER VOTARLA_Originalità: uno dei primi esempi di costruzione navale per sollevare carichi. Preziosa e rara testimonianza dell’ingegneria e del lavoro portuale del '900;_Unicità Conservativa: del centinaio di gru costruite negli anni '20 e '30 è l’unica conservata come in origine ed è l’unica ancora potenzialmente operativa e funzionante, capace di sollevare, ora come allora, 250 t. E’ giunta fino a noi con le sue componenti costruttive originali conservate;_Unicità Storica: testimonianza materiale della storia del '900 e memoria storica del lavoro portuale;_Unicità turistica: in nessun porto Europeo esiste simile attrazione e simile mezzo di storia industriale portuale, dove sia possibile pensare a ristorazione; eventi/mostre/meeting; didattica; performance; visite.