Una storia dimenticata lega Leonardo da Vinci alla città di Milano: la storia di una vigna. Nel 1498, il duca di Milano Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, dona a Leonardo un vigneto, intorno al quale corrono leggende che coinvolgono il Genio, le sue opere e i suoi seguaci: Il vigneto che oggi è rinato nel rispetto dei filari e del vitigno originali.
Dalla Firenze di Lorenzo il Magnifico, Leonardo da Vinci arriva a Milano nel 1482 presso la corte di Ludovico. Nel 1495 il Moro gli affida l'incarico di dipingere un'Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Il Cenacolo, opera talmente grandiosa che gli vale un regalo: una vigna di circa 16 pertiche, luogo ideale dove ristorarsi e dilettarsi.
È lecito quindi immaginare Leonardo, al termine di una giornata di lavoro, mentre lascia il sito del Cenacolo per giungere tra i filari della sua vigna, all’ombra della cupola del Bramante.
Leonardo non smetterà mai di prendersi cura della sua vigna: una vigna talmente amata, che mai lascia incustodita e che nel 1519, in punto di morte, cita nel testamento. Una vigna che resiste nei secoli e persino agli sconvolgimenti della guerra.
Sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica Italiana e dell’Università degli Studi di Milano, la facoltà di Scienze Agrarie e l’equipe del Professor Attilio Scienza, massimo esperto di genetica della vite, rivive il vigneto di Leonardo da Vinci, custodito all’interno del giardino di Casa degli Atellani, dimora quattrocentesca appartenuta al Duca, ultima traccia ancora esistente dell’antico Borgo delle Grazie di Ludovico il Moro.
Nel 2007 sono partite le ricerche, mediante scavo manuale, dei residui biologici vivi della Vigna Originale: ricerche che nel 2015 hanno portato al reimpianto delle barbatelle di Malvasia di Candia Aromatica, la Vite di Leonardo. Il 12 Settembre 2018, per la prima volta, l’uva de la Vigna di Leonardo è stata vendemmiata: sono stati raccolti due quintali e mezzo di succo d’uva custoditi in 330 Decanter, ispirati al disegno di Leonardo sul codice Windsor presente al folio 12.690.
La prima delle 330 opere riposerà per sempre all’interno di Casa degli Atellani, sotto i nodi vinciani affrescati da Bernardino Luini, simbolo di eterno legame tra Leonardo e il Moro.
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