La Rabata reca evidenti segni della tradizione insediativa islamica, estensione del primo fortilizio della Saracena, è diviso in due zone da una strada principale, da cui si dipartono le vie secondarie che s'intrecciano in varie direzioni e si concludono spesso in vicoli ciechi, che definiscono piccoli tessuti residenziali ben distinti tra loro. Tra le case, piccolissime intercapedini, vicoli in pendenza, raccolgono le acque e le convogliano verso il basso anche attraverso dei veri e propri canali sotto le abitazioni. Nuclei spesso ipogei, dalla modesta tecnica edilizia, tendono a chiudersi in difesa rispetto all'esterno, con questo, comunicano mediante i prospicienti terrazzamenti su terreni aridi coltivati a frutteti, fanno da corona all'attuale abitato altomedievale di Tricarico e degradano sul sottostante vallone del torrente Milo verso gli orti saraceni (Laureano). Nascosti dalla vegetazione, i ruderi di un mulino, al limite del quartiere la porta e la torre Rabatana.