Da alcuni decenni grandi aree del territorio della Bovisa sono abbandonate: si tratta delle ex aree industriali comprese tra le Ferrovie dello Stato e delle Ferrovie Nord, di qua e di là della stazione Bovisa, tutte più o meno inquinate dai residui delle lavorazioni industriali che vi si svolgevano.
Grandi porzioni di queste aree si presentano oggi come territori brulli e ridotti a spianate di terra e materiale inerte, lascito delle costruzioni pre-esistenti.
La più grande queste, di 33 ettari (quasi la grandezza di parco Sempione), larea della ex FABBRICA DEL GAS, costituisce uneccezione. Dopo la cessazione della produzione, avvenuta nel 1984, questa zona vede ora la presenza di un ragguardevole patrimonio verde stimato dal Corpo Forestale dello Stato, nel 1995, in oltre 2000 alberi, tra cui alcuni di pregio, e sicuramente oggi ancora più esteso e fiorente.
A forma di goccia rovesciata, e per questo chiamata la goccia, rappresenta UN VERO BOSCO IN CITTÀ. Larea presenta anche notevoli strutture di archeologia industriale, a cominciare dai gasometri, che sono stati sedi di mostre anche nel recente passato.