La casa fu costruita nel secondo Ottocento da un ricco sacerdote, Francesco Gigante per farne un Istituto Agrario che funzionò come tale dal 1887 al 1939.
Le cose cambiarono, però, sotto il fascismo.
La casa fu requisita e trasformata in un campo di internamento.
Dal 1940 al 1943 vi furono rinchiusi inglesi, ebrei stranieri – soprattutto croati dell’ex-Jugoslavia- ed ebrei italiani.
Dal 1943 al 1946, in un contesto politico capovolto, vi furono internati i fascisti stessi.
E poi, dalla nascita della Repubblica fino al 1949, toccò alle donne straniere provenienti da tutta l’Europa: ex-collaborazioniste, prostitute, donne con fragilità psichiche, donne senza documenti. E spesso anche i loro bambini.
Successivamente il sito fu utilizzato per la rieducazione dei minori fino al 1970.
Seguì poi un lungo periodo di abbandono che dura ancora adesso.
La Casa Rossa ebbe tante funzioni: fu campo di internamento, concentramento, prigionia, transito, confino.
Altre info sulla storia e memoria della Casa Rossa le trovate su www.fondazionecasarossa.it