L’opera è stata realizzata da Enrico Butti attorno al 1919, sotto commissione della Famiglia Magnani, eredi di Angelo Poretti e del suo Birrificio. Realizzata per essere collocata nel giardino di Villa Magnani, raffigura un elefante (in bronzo), simbolo di prosperità, che sorregge una pagoda indiana.
Pensata per essere vista a 360 gradi è circondata da un ballatoio (o camminata) che permette alle persone di girarvi attorno e sostare ai suoi piedi per ammirarla.
All’ingresso troviamo due statue, una contadina inginocchiata e il soldato dormiente. La prima simboleggia il sacrificio alla terra, a seguito della guerra che era appena cessata, donandole una cesta di frutti. La seconda rappresenta la stanchezza che questa ha portato nelle persone. Se prima il soldato era visto come eroe instancabile, qui il soldato è il rappresentate della sue fatiche. La base della cuspide ritrae diverse figure agresti a ricordare il lavoro e gli sforzi della famiglia nella loro attività.
Successivamente venne spostata nel Cimitero di Bregazzana, per diventare il Mausoleo Magnani, dove i discendenti della famiglia riposano. Questo fa dunque pensare che la simbologia dell’opera non abbia nulla a che vedere con la religione, ma bensì con la prosperità e il lavoro. La ripresa dopo un periodo complesso, la guerra, e la speranza di potersi rialzare. Ricordiamo infatti che l’elefante è simbolo di potenza in molte culture del mondo.
Il bozzetto originale in gesso è visitabile ai Musei Civici Viggiutesi. Nella sala VII (l’atelier) si trova il bozzetto per l’opera completa, privo della colonna terminale della balaustra. Nella sala IV è, a grandezza naturale, la figura di donna posta a lato della porta; la figura del soldato dormiente, posta all’altro lato, proviene dal complesso “La tregua”.
La posizione del suo posteriore (sedere) pare sia stata voluta dalla famiglia Magnani per questioni discordanti con una persona nota del Borgo e quindi per dispetto fece costruire l’elefante con il sedere verso il centro in segno di scherno.