All’inizio del ‘900 Giovanni Battista Magliani e sua moglie Rosa Bellissima lasciano alla collettività la loro casa di famiglia, onde diventi sede dell’asilo di Bellissimi. Da allora il nobile edificio, caratterizzato dall’alto loggiato affacciato sulla valle, è diventato per quei bambini la culla del sentimento di appartenenza, innesco della cultura del rispetto della cosa comune come rispetto di sé stessi. I due donatori compaiono in effigie, sull’ingresso principale.
Quale luogo migliore per ospitare il racconto del paese e del suo lento percorso nella storia mentre, crescendo, trasformava sé stesso ed il territorio? Bellissimi, disteso su un promontorio che da lontano guarda il mare, senza perdere d’occhio il Monte Faudo poco più su e le altre borgate disseminate lungo la ridente mezzacosta collinare, diventa sempre più un tutt’uno con le fasce di ulivi e gli orti, emblema di struttura territoriale che, raggiunto il massimo della sua espressione civile ed economica, conserva ancora oggi con fermezza i retaggi del proprio passato. Si parlerà della sua storia, ma anche della sua architettura e del sofisticato sistema viario (di mulattiere) che, nei secoli, gli hanno consentito di respirare insieme al territorio.