Il tratto dell'ALTA VALLE del PAGLIA, dal guado sul fiume Orcia in Toscana, a sud di San Quirico d'Orcia (SI), fino a Centeno (VT) nel Lazio, è un UNICUM in tutta Italia e tutta Europa per la sua estensione (circa 35 km) e per il valore storico, artistico, archeologico e paesaggistico, conservato in evidenze altomedievali ancora integre ma chiaramente in stato di abbandono e grave pericolo per la loro conservazione.
\r\nLe tappe:
\r\nDopo San Quirico d'Orcia, dell'antica Via Francigena rimangono visibili i tratti selciati della Commenda-Casellona, il guado praticabilissimo sul fiume Orcia, ove si posano gli aironi, e un tratto rettilineo della strada per raggiungere la SR2.Dopo ca. 3 km si arriva all'abitato di Gallina, e poco dopo a un altro tratto dell'antichissima strada che conduce a Le Briccole (XI mansio-tappa) dove sorgeva la chiesa di S. Pellegrino dell'XI secolo, oggi deposito agricolo in abbandono.La strada prosegue per 5,5 km sul tracciato storico fino ai Ricorsi, conservando un tratto di selciato medievale per 1 km.Dopo l'interruzione del tunnel sulla SR2, la via Francigena riprende a Callemala (villaggio medievale sepolto, già oggetto di studi e indagini da parte del Dipartimento di Archeologia dell'Università di Siena).La strada antica si può seguire per circa 1 km prima e dopo Voltole, la già citata mansio Xsancte Peitr in Pail dove si conservano i resti dell'antico borgo (importantissimo sito archeologico in gran parte sepolto) e della chiesetta in rovina (XI-XII secolo). I proprietari, oltre a riprendere con impegno e investimenti l'attività agricola, sono interessati al suo recupero e riutilizzo quale punto di sosta per pellegrini.Il tracciato selciato prosegue fino all'antico nucleo di Voltolino (dove, accanto alla nuova azienda agricola, si conserva una vetusta struttura rurale) e costeggia poi l'argine di campi lavorati seguendo l'impianto dell'antichissima Francigena (da questo punto non più visibile a causa dell'incolta vegetazione).Passato il fiume Paglia su un ponte-guado, la vecchia strada Francigena prosegue, sulla sinistra della SR2, costeggiando i poderi Santa Maria e Burburigo,che facevano parte di un borgo altomedievale, probabile luogo di ricovero e servizio sulla strada, di cui oggi restano strutture abbandonate. Quest'ultimo tratto della strada è perfettamente conservato, corredato da un piccolo ponte e a lastricatura medievale; una pulitura dalla vegetazione incolta lo renderebbe fruibile al pellegrino per raggiungere in sicurezza Ponte a Rigo e Centeno (VT), quest'ultimo distante 9 km da Acquapendente.
\r\nAspetti storici, naturalistici e archeologici
\r\nLa Via Francigena è ricordata nei documenti medievali come Via Francisca o Romea, Antica Strada Magistra Sacrata Romana, Strada Romana e, dal 1600, Strada della Dogana; essa è stata utilizzata e transitata fino al XX secolo, costituendo l'antico asse viario di collegamento tra Roma e il resto dell'Europa.
\r\nUna strada di accesso al Monte Amiata da Sud esisteva già in periodo etrusco e risaliva la Valle del Paglia da Bolsena e Orvieto.
\r\nIn età romana, la strada che passava dall'Alta Valle del Paglia era un diverticolo minore della via Cassia, e poi della via Traiana Nuova, un percorso che conduceva da Saena Iulia (Siena) a Volsinii Novi (Bolsena).
\r\nLa via Francigena, legata al regno longobardo, nacque come strada di collegamento tra il regno di Pavia e i ducati meridionali di Spoleto e Benevento, con insediamenti strategici sul tracciato: villaggi, fortificazioni e abbazie regie, come Abbadia San Salvatore sul Monte Amiata.
\r\nIn periodo altomedievale, dal IX sec. la strada viene dotata di numerosi servizi per viandanti, pellegrini, mercanti ed eserciti che andavano e venivano da Roma.
\r\nBibliografia: Christopher John Wickham- Università di Oxford,
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