L'antica STRADA DI MONTE SPACCATO, costruita dai romani per raggiungere da Tergeste l'altipiano carsico, si trova in condizioni deplorevoli ed assomiglia ora al letto di un torrente sassoso. E' un patrimonio di Trieste e dovrebbe tornare all'antico splendore, restaurando anche il cippo commemorativo. Questa strada di accesso all'altipiano Carsico, prese il nome di Strada del Monte Spaccato per il fatto, come ricorda il Dott. Kandler, che fu aperta dai legionari romani a colpi di piccone nella roccia carsica. Questa strada, caratterizzata da una faticosa salita con partenza dalla attuale via Damiano Chiesa, trova il valico a 345 metri sul livello del mare. Evidentemente la strada, costruita da milizie abituate a ben maggiori fatiche, condurrà le stesse, capitanate dall'imperatore Traiano alla conquista della Dacia. Dopo queste operazioni militari, la strada fu tenuta in effi¬cienza, essendo indispensabile favorire le comunicazioni con le opere militari permanenti di difesa della frontiera, cioè con il Vallo (Una fortificazione lunga più di 300 chilometri, interrotta soltanto dai tratti inaccessibili quali monti, rupi ecc. che da Tarsatica (Fiume) racchiudeva tutta la Venezia Giulia fino ai confini attuali con l'Austria ed aveva quali basi dì appoggio il Castrum Aidovium (Aidussina) il Castrum Primalegi (Primano o Prem) e il Castrum Flanaticus (Castua, vicino a Fiume). Il Dott Kandler lo descrive come Vallo Giulio. Questo Vallo le cui tracce furono scoperte dallo stesso e ai suoi tempi ancora visibili, venne valorizzato dagli archeologi e dai soldati italiani nel 1918. All'epoca venne posta una targa chè ricordava il ritorno di Roma in queste terre, oggi quasi completamente individuato dagli archeologi sloveni, i quali, hanno dato vita ad un piccolo museo al passo detto Ad Pirum. Per ricordare questa strada romana del Monte Spaccato, l'ing. Salerni nel 1919 propose l'installazione di un cippo al valico. Appena nel 1939 però, su progetto dell'Arch. Arduino Berlam, venne collocato un monolito di tre metri d'altezza per un metro di larghezza e novanta centimetri di spessore, del peso di sette tonnellate, recante sul fianco il fascio littorio e la seguente epigrafe: ATTRAVERSO QUESTO VALICO SOPRA LA VALLE DI S. GIOVANNI STILLANTE DALLE SUE ROCCE LE SACRE ACQUE DEL TIMAVO SPACCATA LA VIVA RUPE DAL FERRO DEI LEGIONARI DI AUGUSTO A.D. MCMXXXIX EF XVII-ANNO III° DELL'IMPERO FATTA COLONIA ROMANA DAL FONDATORE DELL'IMPERO PORTO' LE AQUILE ROMANE A DEBELLARE I BARBARI ALLA PORTA ORIENTALE D'ITALIA. Il cippo venne fatto saltare nel maggio 1945 dai partigiani di Tito e, del blocco, rimasto danneggiato, si possono osserva¬re tuttora i resti in loco, con alcune parti dell'epigrafe ancora leggibili.