Il piano nobile del palazzo Arcivescovile, sede del Museo Diocesano, è stato interamente riallestito come una “casa museo”, ovvero la rappresentazione del piano nobile del Palazzo Arcivescovile con quadri e arredi restituiti al loro antico splendore,
Il 10 aprile 1976 il Cardinale Salvatore Pappalardo, Arcivescovo di Palermo, inaugurando la “Prima rassegna nazionale del Sacro nell’Arte Contemporanea” affermò che l’edificio si chiamava arcivescovile perché sede degli arcivescovi di Palermo pro-tempore, ma che il palazzo era dei palermitani, ed era necessario restituirlo alla cittadinanza con un conveniente uso pubblico e nell’ambito della valorizzazione culturale. Così, pur lentamente, l’auspicio del Cardinale Pappalardo si è finalmente messo in opera.
Le sale private di rappresentanza degli arcivescovi di Palermo sono oggi aperte a tutti nell’ambito del Museo Diocesano. Inoltre i saloni sono stati arricchiti da nuove opere, quasi 60 dipinti dal XIII al XIX secolo. Tra questi spicca un gruppo di 12 pitture restaurate a cura della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo.
Nella Sala Azzurra è stato esposto il Ritratto dell’Arcivescovo Simone Tagliavia e Aragona (1544 † 1558), olio su tela, prima metà del XVII secolo.
Nella Sala Beccadelli sono stati posti:
Ritratto Arcivescovo Beccadelli (1445 † 1465), Ritratto arcivescovo Remolino (1511 † 1518), Santa Margherita, primi anni del quinto decennio del XVIII secolo, forse proveniente dalla distrutta chiesa parrocchiale di S. Margherita di Palermo. La potente immagine di S. Margherita, in passato ritenuta una S. Rosalia, e ipoteticamente ricondotta alla mano di Vito D’Anna durante il periodo romano di apprendistato da Giaquinto.
Gaspare Serenario, S. Benedetto porge la veste a S. Mauro (olio su tela, metà del XVIII secolo).
Giuseppe Velasco (Velasques), S. Benedetto in gloria (olio su tela, 1800).
Nella grande Sala Rossa sono state collocate:
Pietro Novelli e bottega (attr.), Madonna col Bambino e i santi Gioacchino e Anna (olio su tela, quinto decennio del XVII secolo),
Ambito siciliano, Sacra Famiglia con i santi Gioacchino e Anna, olio su tela, metà del XVII secolo).
Ritratto dell’Arcivescovo Giovanni Lozano (1668 – 1676?), olio su tela, terzo quarto del XVII secolo.
Ad arricchire la nuova Sala Verde o di Santa Rosalia, appena riordinata, è l’Incoronazione S. Rosalia, (olio su tela, ultimo quarto del XVIII secolo), attribuibile, a Francesco Sozzi (1732-1795).
La tela mostra affinità e stringenti attinenze con la pittura restituita di recente al padre, Olivo Sozzi (1690-1765), che si trova al suo fianco.
Nella Sala della Torre, futura “Sala del Tesoro”, sono oggi esposti quali novità:
il Ritratto dell’Arcivescovo Martinez Rubio (1656 † 1667), olio su tela, seconda metà del XVII secolo)
Gugliemo Borremans (attr.), Ritratto dell’Arcivescovo Matteo Basile (1731 † 1736),
Alcuni tesori artistici di importanti pittori siciliani, come Serenario (1707-1759) e Velasques (1750-1827).
Del tutto inedita è la tela con la Madonna col Bambino e i santi Gioacchino e Anna, deposito del Museo Nazionale di Palermo e proveniente dal convento di S. Teresa, che si riconduce a Pietro Novelli e aiuti, segnalandone una replica più tarda e di bottega nella Chiesa Madre di S. Giovanni Gemini (Agrigento).
Se il dipinto con S. Rosalia potrebbe riportarsi ipoteticamente alla mano di Francesco Sozzi, figlio di Olivo, da cui trae evidenti spunti, in conclusione merita una particolare menzione certamente il Ritratto dell’arcivescovo Matteo Basile, realizzato con una squisita enfasi pienamente barocca e che oggi si propone come un nuovo inedito del pittore fiammingo Guglielmo Borremans, al quale intorno al 1733 aveva commissionato gli affreschi di alcune sale del Palazzo Arcivescovile di Palermo, di cui rimane la sola Cappella appositamente e visibile nel percorso museale.
Il quinto allestimento del museo, è stato inaugurato il 10 luglio 2021.