Il Carso-Kras è un territorio esteso dalle ex province di Gorizia e Trieste alla Slovenia fino alla Croazia, caratterizzato dalla medesima conformazione geologica, fatta di rocce carbonatiche che subiscono una lenta dissoluzione a causa di pioggia e vento con la creazione di cavità e depressioni quali pozzi verticali e doline, così peculiare che in tutto il mondo aree dalla composizione del suolo simile sono chiamate “zone carsiche” e fenomeni naturali di questo tipo sono definiti con il termine scientifico di “carsismo". Un territorio accomunato non solo dall'essere stato teatro di violente battaglie durante la Prima Guerra Mondiale tra le milizie italiane e quelle austro-ungariche, ma soprattutto da manufatti simili - i muretti a secco, che marcano i terreni coltivabili e recintano i pascoli, i piccoli borghi dalle vie strette per essere meno esposti alla bora - analoghe produzioni enogastronomiche, una precisa biodiversità di flora e fauna, difficilmente riscontrabile in altri angoli del mondo.
Un luogo transfrontaliero che è stato qui chiamato "Il nostro Carso / Naš Kras” perché è sì suddiviso da confini politici ma al contempo è sentito caro allo stesso modo da tanti cittadini dei vari Paesi che lo vivono come un’unica risorsa, comune e identitaria e la cui tutela non può che essere garantita congiuntamente tra Italia e Slovenia, come è stato dimostrato in questi giorni.
Un'area naturale che a luglio 2022 è stata profondamente ferita da una serie di incendi, divampati dapprima in Slovenia - il 15 luglio sopra Devetaki, a 200 metri dall'Italia e il 18 luglio in un’area boschiva nei pressi di Rence, nei pressi del Valico di Merna - poi in Italia nella mattinata del 19 luglio con più focolai nelle aree boschive tra Duino-Aurisina, il Lisert e Doberdò del Lago, che ha interessato in particolare le frazioni di Medeazza nel Comune di Duino Aurisina e quelle di Sablici e Jamiano nel Comune di Doberdò del Lago, e nuovamente in Slovenia dove, dopo il rallentamento dell'emergenza sul fronte italiano, il 22 luglio numerosi focolai hanno preso vigore nuovamente nelle zone di Rence e Merna, in particolare nelle aree di vicino a Cerje e Trstelje. Una battaglia, quella contro gli incendi combattuta insieme da Italia e Slovenia con le Istituzioni e i volontari sloveni vicini al Friuli Venezia Giulia nella gestione dell’emergenza sul versante triestino-isontino e viceversa le Istituzioni e i volontari italiani in aiuto al contenimento degli incendi presenti sul versante sloveno. 884 gli ettari incendiati sinora nell'area italiana e 2.475 sul territorio sloveno.
Un'area naturale fatta di pietre che non può lasciare di pietra il cuore di chi ora ne vede le ferite e che si vuole battere per il suo ritorno alla vita, per un Carso-Kras ancora più forte delle rocce che lo compongono.