I Castellieri sono sorti dalla necessità di poter disporre di luoghi sicuri e facilmente difendibili dove concentrare uomini, cose e animali in caso di attacco, scorrerie di gruppi di predoni o di popolazioni nemiche. Le opere difensive consistevano in primitive ma efficaci muraglioni che cingevano le cime e le località prescelte, anche a livelli diversi e con terrazzamenti intermedi. Le cinte murarie venivano approntate adattando le rocce affioranti sul posto e con l’impiego di muraglie a secco, probabilmente completate da palizzate in legno. Ogni Castelliere era collegato a vista con un altro e ciò rendeva più efficace quel geniale sistema difensivo. Qui a Passignano sono ancora evidenti le tracce di due enormi fossati concentrici scavati per cingere la cima di questo monte. Essi hanno forma ellittica allungata in direzione Nord-Sud e seguono, sembra incredibile, l’esatto andamento delle curve di livello.
Esso si fa risalire alla fine dell’età del bronzo, nel proto-villanoviano, tra il X° e XII° secolo a.C. Scoperto nel 1979 da Mariano Izzi, indicato all’Antropologo Prof. Marcello Zei, di stanza presso S.Felice Circeo il quale potè accertare che era un Castelliere dopo diversi sopralluoghi.