I Mocenigo della casa di San Samuele, una delle famiglie più illustri della Serenissima, nel 1648 acquistarono un esteso latifondo con borgo denominato Molinat, nei pressi di Fossalta di Portogruaro. Alvise I, che nel 1800 legherà il proprio nome a queste terre, Alvisopoli appunto, entra in possesso del latifondo nel 1796 con l'intenzione di trasformare il piccolo centro rurale in una città ideale. Parte integrante dell'ambizioso progetto urbanistico di Alvise Mocenigo e perfettamente in linea con le idee illuministiche del tempo, il parco di Villa Mocenigo è un residuo di bosco planiziario di pianura trasformato dal nobile Alvise e successivamente dalla moglie Lucia Memmo in un giardino alla moda con l'introduzione di specie esotiche, lo scavo di canali, l'apertura di una serie di sentieri delimitati da siepi di bosco. Il complesso è rimasto per alcuni decenni in uno stato di completo abbandono che ha permesso alle specie arboree spontanee di riprendere il sopravvento, per cui ora ci si trova in presenza di una formazione vegetale che non differisce molto dai tipici boschi umidi della pianura padana. Il bosco di Alvisopoli ha un'estensione di circa 3.5 ettari e presenta grossomodo la forma di un quadrilatero. Al tempo di Alvise vennero compiuti dei lavori di scavo con la creazione di una serie di movimenti d'acqua e con la realizzazione di un laghetto centrale. I lavori eseguiti permisero di disporre di materiale di riporto che venne utilizzato per creare tre aree sopraelevate sulle quali fu posto un albero diverso: un leccio, un platano e un tasso. Un ulteriore aspetto che dimostra chiaramente l'intervento antropico subito dall'area è la presenza di specie arboree estranee all'ambiente e quindi sicuramente introdotte, tra le quali l'ippocastano, l'ailanto, l'acero negundo e l'albero di Giuda. A ciò si deve aggiungere l'esistenza di circa 2 km di sentieri opportunamente tracciati, i principali dei quali risultano ancora delimitati da piante di bosso e completati da ponticelli in legno.