Specie rappresentativa del paesaggio forestale storico italiano, il castagno (Castanea sativa) ha caratterizzato la vita dei popoli rurali montani e collinari per diversi secoli. Connotati come “Civiltà del castagno”, essi hanno saputo trarre da quest’albero generoso frutti dalle notevoli qualità nutrizionali (da essiccare o conservare come farina) legna di ottima qualità per l’edilizia e la paleria dei vigneti, il caratteristico miele dal nettare dei fiori, i tannini dalla corteccia per la concia delle pelli. Il legname alimentava le antiche carbonaie tipiche dei boschi italiani fino ai primi del ‘900 e le foglie nella lettiera del bosco fungevano da strame per il bestiame nella stalla. I castagneti secolari di Brallo di Pregola, situati nelle frazioni di Bralello e Ponti, racchiudono un patrimonio paesaggistico e storico culturale unico, sono i testimoni silenti di un’agricoltura multifunzionale e di pratiche agrarie in abbandono che attendono di essere riscoperte. Le selve castanili di Brallo di Pregola vegetano su antichi terrazzamenti scanditi da muretti a secco e districati sentieri in un crocevia tra la Via del Sale e il Sentiero dei Briganti, con emergenze territoriali di rilievo quali: essiccatoi per castagne, borghi fantasma, mulini, grotte e corsi d’acqua. I castagni plurisecolari, per età e imponenza, sono veri e propri custodi della civiltà appenninica dell’Oltrepò Pavese e della biodiversità locale, passeggiare al cospetto delle loro chiome permette di leggerne il passato anche attraverso le venature della corteccia che rievoca nell’osservatore volti o entità mostruose. Votare le selve castanili come “Luoghi del cuore” è il primo passo per porre l’attenzione in un’ottica di valorizzazione concreta del paesaggio rurale storico per rivitalizzare l’agricoltura multifunzionale dell’Appennino, il turismo lento e la didattica ambientale.