Passato il traforetto voluto dal luogotenente napoleonico Miollis (1809-13), si arriva alla Grotta di Nettuno. Questa consisteva in origine in un complesso di tre grandi caverne comunicanti, scavate dal fiume sui due lati dell’alveo, in parte sotto i templi dell’Acropoli ed in parte di fronte, dove oggi insistono edifici moderni. Prima della realizzazione del traforetto, vi si scendeva per un sentiero malsicuro, talvolta addirittura calandosi con l’ausilio di funi, sicché questa meraviglia era ignorata dalla maggior parte dei visitatori. Nonostante i crolli e gli sconvolgimenti, avvenuti a partire dalla piena del febbraio del 1836 che causò il cedimento di gran parte della volta naturale – un enorme masso è visibile a terra, vicino al ciglio della cascatella, ricoperto di vegetazione – il suo interno ha tuttora un aspetto orrido e maestoso.