GROPPINO E IL SUO CUORE SACRO

PIARIO, BERGAMO

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GROPPINO E IL SUO CUORE SACRO
Dicesi che Groppino è un Duomo di Milano, nel senso comunemente ripetuto, ma, non meno a proposito, che non è mai finito… La storia. 1906 Terme di Valseriana 1918 Trasformazione graduale degli Alberghi termali in Sanatorio a cura delle Opere Antitubercolari Bergamasche 1928 Inaugurazione del Sanatorio Nuovo e inizio di sistemazione. Si realizza la costruzione di nuovi padiglioni dai nomi suggestivi (Villa Sorgente, Villa Ciclamino, Villa M.Bambina, Villa Frassino ecc.) e dai 235 posti letto del 1929, si arriverà a 450 nel 1963. 1983 Il Sanatorio inizierà la sua trasformazione a causa della diminuzione dei casi di TBC , in seguito alla scoperta di farmaci vaccinazione che hanno ridotti i tempi di permanenza nei Sanatori . Tutti quei padiglioni verranno quindi destinati a servizi e reparti ospedalieri. 2008 Trasferimento dei reparti dell’Ospedale S.Biagio di Clusone nell’Ospedale M.O.Locatelli di Piario. Il luogo. Passeggiando nell’immenso parco dove ogni edificio conserva memoria della sua storia centenaria, ci si imbatte in una chiesetta. La chiesa del Sanatorio, alquanto nascosta all’ombra di tigli e frassini, iniziò la sua vita silenziosa nel 1921, quando fu consacrata e dedicata al SACRO CUORE DI GESU’. Il successivo aumento dei ricoverati e lo sviluppo del sanatorio resero necessario il suo ampliamento dopo 14 anni e fu in grado di contenere più di 300 persone. Si tratta di un piccolo gioiello artistico che conserva affreschi del pittore bergamasco Piccinini, come ben evidenziato dalle fotografie degli anni ‘30 recuperate dall’archivio Cesare Cristilli, storico fotografo clusonese. Il tempio, negli ultimi 30 anni, è rimasto inutilizzato. E’ in corso un lento deterioramento sia della struttura che degli affreschi contenuti all’interno. Il cuore. La chiesa rappresenta un segno tangibile di come all’inizio del 1900, di fronte a una malattia inspiegabile come la TBC, la cui unica incerta cura era una lunga permanenza in sanatorio, la preghiera serviva da conforto. Conforto per la mancanza di famigliari e amici, tenuti ben a distanza per paura del contagio; speranza di superare le difficoltà economiche, perché un malato di tisi, sebbene guarito era considerato fragile e cagionevole; sostegno della fede di fronte alla paura di non sopravvivere alla devastazione della morte del proprio compagno di camerata. Quante similitudini tra epidemia di TBC 1918 e la pandemia Covid 19 2020… Ecco un ineludibile motivo perché, quando restaurata, questa chiesetta diventi un luogo per ricordare le battaglie che l’uomo dovrà sempre sostenere per mantenere uno stato di benessere fisico psichico, sociale e spirituale. Un luogo del cuore da non tradire mai.
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