Storia ed architettura della villa
Costruita nel 1776 da Pompeo Schiantarelli, noto architetto ed allievo di Ferdinando Fuga, Villa Lauro Lancellotti fu commissionata dal principe Scipione di Lancellotti ed è tuttora proprietà della famiglia. Si eleva su un piano, compreso il pian terreno ed il mezzanino. La facciata è in pieno stile settecentesco, con una tripartizione caratterizzata da un bugnato rustico e due medaglioni scolpiti in bianco che spiccano sull’ingresso. Se dal lato della strada la Villa è maestosa ma poco decorata, la facciata posteriore che dava sul giardino compensa il minimalismo esterno: in corrispondenza della terrazza al piano nobiliare vi era un padiglione di ordine ionico e ai lati due rampe di scale che collegano il piano nobile ad un incantevole giardino che si estendeva fino al mare. Il piano superiore presentava pareti affrescate che rappresentano otto scene di vita cinese, il cui autore non è stato ancora identificato con certezza. Colori, quelli degli affreschi, ormai lasciati al degrado. Così come il giardino, oggi incolto e selvaggio.
L’abbandono e il degrado
Un progressivo abbandono ha avuto inizio a partire dal secondo dopoguerra. Dopo la morte nel 2006 di Natalia Lauro Lancellotti, ultima abitante della villa, iniziò ufficialmente la triste trasformazione della dimora settecentesca in rudere. Saccheggi e atti vandalici hanno portato ad un processo irreversibile di abbandono al punto che l’amministrazione comunale di Portici, in assenza di interventi da parte degli eredi della villa, fu costretta a prendere provvedimenti, sbarrando finestre e murando qualunque tipo di accesso.
Il crollo della facciata
Il 17 marzo 2011, come se non bastasse, in seguito ad un violento temporale, accadde l’inevitabile: la facciata centrale della Villa Lauro Lancellotti crollò rovinosamente. Quello fu il colpo di grazia per la villa già lasciata all’incuria, al saccheggio e all’azione delle intemperie che ne hanno consumato quanto di prezioso e bello ne era rimasto fino ad allora. Da un anno, le impalcature coprono gran parte della villa, come un timido accenno verso un possibile recupero.