GIARDINO DI PALAZZO PAGANO

QUADRELLE, AVELLINO

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GIARDINO DI PALAZZO PAGANO
La storia del sito inizia nel XIV sec., quando nell'area dell'attuale Palazzo Pagano, vi era il possedimento feudale dell'abbazia di Montevergine, forse organizzato in grangia, che nei primi decenni del 500 passò in proprietà alla Santa Casa dell'Annunziata di Napoli. Agli inizi del XVII sec., i Barile, nobile famiglia napoletana, acquistarono in Quadrelle "una casa con giardino" da identificarsi con l'antica sede di proprietà abbaziale. Da sito agricolo legato a necessità produttive, il giardino comincia ad assumere il carattere di luogo di ornamenti e di delizie che conserva ed accresce con i successivi proprietari: D. Paolo Braccio, barone di Cutignano, D. Francesco Emanuele Pinto, principe di Ischitella e, dal 1773 a tutt'oggi, la famiglia Pagano.l giardino ha un'estensione di 3500 mq frazionati in 4 riquadri e in un boschetto sul lato nord. Tre fontane in grotte ed edicole sono collocate in aderenza al muro di fondo; una quarta circolare è all'incrocio dei due dei due viali mediani. Poggi e sedili punteggiano infine le prospettive più significative dei viali. Gli elementi architettonici sono realizzati con strutture in pietrame calcareo e tufaceo rivestite di intonaco e piastrelle maiolicate. L'apparato decorativo è ottenuto mediante stucchi, frammenti di schiuma di lava, di alabastro, di corallo, di vetro, di conchiglie, tutti concorrenti a comporre figure e spartiti architettonici. Il patrimonio botanico oggi esistente comprende monumentari lecci plurisecolari accanto a bossi, mitri, lauri, pervinche, palme e alberi da frutta. Gli impianti idraulici, oggi del tutto inattivi, sono tuttavia presenti e potenzialmente efficienti per alcuni tratti. Il disegno del giardino è caratterizzato da evidenti variazioni rispetto alla regolare geometria. Il recinto muraio e i due viali principali non determinano quattro settori uguali, ma quattro trapezoidi che sembrano "simulare" la prospettiva. La prospettiva ha un significato internazionale: l'allineamento dell'asse del palazzo determina nella direzione nord-sud due parti non eguali; il tracciato dell'asse est-ovest è ortogonale al primo e genera una simmetria bilaterale. Il recinto segue, sul lato ovest, gli allineamenti ortogonali del palazzo con la struttura urbana mentre, sul lato opposto, ruota sensibilmente verso l'interno per lambire un leccio plurisecolare già esistente nel seicento. Da ricerche catastali risulta che il palazzo, il giardino ed i fondi adiacenti hanno sempre fatto capo ad un unico proprietari per cui le citate variazioni formali sono derivate da finalità progettuali. Il simbolismo nel giardino è svelato da una piccola scultura marmorea. Essa raffigura un mascherone dalla cui bocca sgorgava acqua, inscritto in un ovale alla cui sommità appare la testa di un monaco incorniciata dal cappuccio del saio. Iconografia legata all'originale proprietà abbaziale dell'uomo. Nel '500 il passaggio a famiglie nobiliari porta alla rimozione del simbolismo religioso a alla sostituzione con figurazioni naturalistiche, astronomiche e demoniache. Il polo della morte è riassunto visivamente dalla ricorrente figura del cipresso ma il giardino è anche frutteto, dunque alimento di vita; nel giardino, l'acqua compone giochi e spazi di frescura per divenire poi una fonte per gli abitanti di Quadrelle. Una antica fonte, generata dal monte Campimma, ha alimentato dalle origini fino agli anni '30 le fontane del giardino. Nel cellaio del palazzo fino al '700, gli abitanti del paese attingevano l'acqua, poi erogata da una fontana costruita nella piazzetta antistante dal principe di Ischitella. Singolare e densa di significati è la tradizione popolare che assegna all'acqua dell'antica fonte virtù terapeutiche, per cui la modesta fontanella evoca un rapporto ancestrale e simbolico con questa acqua, quando essa era elemento di gioco e di frescura, ma anche, in senso letterale, fonte di vita.
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