Demolito il complesso di San Domenico, nel 1878 venne approvato il progetto di Giuseppe Roda per i nuovi giardini pubblici della città. Il giardiniere e paesaggista torinese, che lavorava per la famiglia reale Savoia, progettò un giardino vittoriano che con l'uso di pietre e rocce artificiali per modellare il suolo creava scenari pittoreschi.
Nell'area confinante con palazzo Vidoni venne costruito un palazzo per le esposizioni (in ferro legno e vetro) che però bruciò poco dopo la sua inaugurazione.
Venne quindi richiamato Roda per progettare anche quell'area del giardino (1881).
Fu realizzata una pagoda e un padiglione per la musica e costruita una grande voliera per ospitare numerosi uccelli donati dai cittadini: al suo interno vi erano anche 2 fagiani dorati ragalati da Giuseppe Verdi.
La pagoda e la voliera vennero smantellate nel 1913.
Il 26 giugno 2003 dopo tre anni di lavori i giardini pubblici sono stati riaperti.
Negli anni '80 infatti numerosi interventi avevano deturpato l'aspetto originario del parco romantico.
Del "restyling" si è occupato l'architetto e paesaggista tedesco Andrea Kipar che, tramite i disegni di progetto 800eschi, ha tentato di recuperare le forme originarie e ripiantato numerose essenze arboree.
La fontana delle naiadi, il monumento ad Amilcare Ponchielli, i vasi e le fioriere sono stati restaurati.
Recentemente i giardini sono stati intitolati a papa Giovanni Paolo II.