GIARDINI E PALAZZO ESTENSE

VARESE

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GIARDINI E PALAZZO ESTENSE
I Giardini Estensi e il Palazzo Comunale si trovano nel centro di Varese. IL PALAZZO Nel 1766 il duca di Modena Francesco III d’Este, capitano generale e governatore della Lombardia austriaca decise di acquistare per la villeggiatura la dimora che si trovava al limite del borgo. Varese gli era stata infeudata, con poteri civili e giudiziari, il 23 giugno 1765 da Maria Teresa d’Austria, vita natural durante e a titolo personale. Subito dopo l’acquisizione Francesco III intraprese lavori di ampliamento della proprietà mediante l’annessione dei terreni limitrofi. Ristrutturazione ed edificazione durarono dal 1766 al 1773, mentre il giardino era pronto nel 1771. L’architetto Giuseppe Antonio Bianchi fu incaricato del progetto e di dirigere i lavori tra i quali rendere piano il dosso detto del Castellazzo per collocare i giardini. Il palazzo è costituito da un nucleo centrale con due ali laterali collegate dal porticato sottostante, dove è presente un lapidario. La lunga fronte su via Sacco è munita di tre portali in pietra e di balconi. Entrando dal portale principale, che immette nel porticato centrale e al cortile d’onore, si passa dall’austerità della facciata esterna a quella interna, movimentata e prospiciente lo scenografico giardino. L’interno del palazzo rappresenta un esempio del cosiddetto barocchetto teresiano. Il Salone d'Onore (o Salone Estense) è ricco di elementi di pregio come gli affreschi illusionistici di Lodovico Bosellini e il medaglione centrale dipinto da Giovan Battista Ronchelli. Salendo al primo piano, lungo lo Scalone d'Onore, si trovano quattro nicchie con copie di busti femminili del Settecento e putti reggi-lampada in stucco. Sul soffitto è dipinto un medaglione allegorico che rappresenta il "buen retiro" di Francesco III: il duca, infatti, era giunto a Varese per godersi il ritiro dalla sua attività lavorativa a Palazzo Reale in Milano, senza alcun intento bellico. Si giunge al piano nobile, dove il Duca e la sua famiglia avevano gli alloggi. Da notare gli stucchi sopra le porte all'ingresso, raffiguranti angoli di paesaggio varesino e le cassapanche dell'epoca. Vi si trovano la Sala da Ballo, oggi di rappresentanza, dove il duca intratteneva gli ospiti in un'atmosfera più intima e raccolta o dove si deliziava in compagnia della famiglia con concerti privati; i musici intrattenevano dalle balconate sovrastanti. Sulle pareti sono presenti una tela del XVI - XVII secolo di un artista anonimo ("Incoronazione della Vergine con i santi della terra varesina") ed una attribuita al Mondino del 1621 raffigurante la Vergine Immacolata. IL PARCO Il proposito di Francesco III era quello di realizzare una sontuosa dimora, su modello del palazzo viennese di Schönbrunn, dove potessero essere organizzate feste all’aperto con un giardino degno del suo rango. Dal 1766 si iniziò la realizzazione del parco, in cui fu coinvolto direttamente Francesco III, sempre supportato dall’architetto Bianchi che aveva già lavorato nel cantiere viennese. Nei primi mesi vennero impiegate centinaia di persone per il trasporto della terra per abbassare il colle del Castellazzo, abbattendo anche i ruderi del castello ancora presenti. La bella prospettiva si sviluppa dapprima in piano, col viale centrale che raggiunge una vasca circolare e poi sale con vialetti aperti a raggiera e con scalinate, contornata da due simmetrici berceaux di carpini che conducono fino alla somma del Belvedere. Al centro dell’altura venne collocato un ninfeo con tre nicchie. Le aiuole del parterre, simmetriche, sono alla francese e sono attraversate da un viale centrale che dal porticato conduce alla base della collina. Per soddisfare la passione del duca per la caccia si adattò parte del parco con querce, olmi e castagni e si eresse un roccolo. Dopo la morte del duca, nel corso del XIX secolo, il parco subì profonde trasformazioni. Gli interventi del Robbioni furono improntati ad una conversione al modello paesistico-romantico all’inglese.
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