La “ghiacciaia” di Robella, tuttora esistente ma declassata a “magazzino collabente” con buona pace della sua storia, è una costruzione di origine seicentesca che era a servizio delle piccole attività commerciali presenti fino a metà del ‘900 e della stessa cittadinanza della piccola frazione.
Tracce storiche della sua esistenza sono state reperite nel libro “Libro Mastro della Chiesa della Robella con dissertazione sulla storia del luogo e documenti di natura religiosa” del trinese Giuseppe Zorgno, ove racconta della nascita del paese stesso.
Si cita “…..Al momento della costruzione della chiesa, i particolari dovevano aver garantito al vescovo i mezzi per la sua sussistenza. Perciò essa ebbe una dote iniziale, di cui però sappiamo nulla. In seguito, i particolari crearono intorno alla chiesa delle strutture che le garantivano una rendita e al tempo stess costituivano dei servizi comunitari di supporto per la loro attività agricola Dell’esistenza del casone e della “ghiacciaia” sappiamo solo dagli anni intorno al 1700…La ghiacciaia è già citata nel “maneggio” del 1694 (libro 1693), quando rende “liure ventiquattro di Butiro havuto dal Casaro del medesimo Cantone per tanto giazzo della Giazzara di detta Chiesa.”….”.
E’ indubbio che la “ghiacciaia” di Robella rientra tra le architetture rurali aventi interesse storico od etnoantropologico quali testimonianze dell'economia rurale tradizionale, così come vorrebbe l’art. 10 del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Il suo utilizzo, ancora durante il ventesimo secolo, ha rappresentato un bene prezioso per la comunità contadina della Robella, ad esempio per chi aveva un’attività come il gelataio del paese - per il quale il ghiaccio era indispensabile per conservare e vendere i gelati - ma anche per gli altri abitanti che provvidamente ne usufruivano per soddisfare le esigenze proprie della famiglia (le ghiacciaie – precorritrice degli attuali frigoriferi – con le loro ingegnose capacità termoregolatrici della temperatura interna alla struttura, avevano il compito di garantire il ghiaccio utilizzato per conservare gli alimenti durante tutto l’anno).
La costruzione risulta avere chiaramente una valenza architettonica e storica degli usi tradizionali del territorio e l’obbiettivo è quello di andare a valorizzare l’area rurale in cui è naturalmente inserita e con il tempo il suo recupero monumentale.