A Gioia Tauro Marina, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, sorse una delle più grandi raffinerie del Meridione: l’opificio O.S.S. Mazzorana e Angeli, con sede a Bari e filiali a Brindisi e Gallipoli. Lo stabilimento si specializzò nella lavorazione della sansa, il residuo della spremitura delle olive, che arrivava in grandi quantità da tutta la Piana. All’interno dell’impianto, vere e proprie montagne di sansa attendevano di essere trasformate in olio, in un ciclo produttivo che non si fermava mai. L’attività si svolgeva giorno e notte e dava lavoro a centinaia di persone, diventando un motore economico per la città. L’olio di sansa veniva raccolto in fusti di lamiera e trasportato fino alla ferrovia, da dove proseguiva verso le raffinerie del Nord Italia. Nel 1933, l'opificio fu rilevato dall'olearia ligure Gaslini, che ne potenziò l’attività e gli diede il nome con cui è ancora oggi conosciuto. L’attività proseguì fino agli anni Sessanta, quando cessò definitivamente, lasciando in eredità un importante esempio di archeologia industriale. Oggi, dell’antico complesso restano solo il prospetto centrale e una delle torri originali, ma un nuovo progetto di rigenerazione urbana, finanziato con fondi PNRR, prevede la rinascita dell’area con la creazione del “Parco dei Cardi”: un grande spazio verde multifunzionale, simbolo della memoria storica e dello sviluppo sostenibile di Gioia Tauro.
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis