GALERIA VECCHIA (SANTA MARIA DI GALERIA)

ROMA

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GALERIA VECCHIA (SANTA MARIA DI GALERIA)
Nel Comune di Roma, una decina di chilometri fuori del Grande Raccordo Anulare, si trova questo luogo molto suggestivo, reso misterioso dall'intrigo di alberi e siepi rampicanti che nascondono i resti dell'antica piccola città di Galeria. Nelle sue vicinanze si trova oggi l' abitato di Santa Maria - grazioso e vivace borghetto rurale - con la piccola Chiesa di Santa Maria di Celsano. L'antica Galeria fu abbandonata gradualmente nel corso dei secoli finchè, ai primi dell'ottocento, improvvisamente (per cause sconosciute, ma probabilmente per la malaria originata dalle pozze di allagamento dell'Arrone) anche gli ultimi abitanti fuggirono via. Galeria, ormai vera e propria città fantasma, si trova al centro di un'area scarsamente popolata, piena di forre e verdi canaloni. La città è arroccata su uno sperone tufaceo, nascosta fra alberi e siepi di vario genere. Le sue rovine si assottigliano sempre più a causa di continui crolli che stanno completando l'opera di spoliazione che qui si esercitò per secoli; tra l'altro - nel corso del '300 - la città fu completamente spogliata dei suoi marmi che vennero reimpiegati al Duomo di Orvieto. L'abitato tardo-medioevale di Galeria sorgeva in situazione tipica dei siti di origine etrusca (un alto sperone tufaceo tra due corsi d'acqua, in questo caso il fiume Arrone ed un suo affluente) ed infatti qui in epoca pre-romana sorgeva un abitato degli Etruschi, di cui nelle vicinanze si sono rinvenute le necropoli. Quella piccola città etrusca (posta sull'asse Veio-Cerveteri) divenne ben presto romana e vi sorse la Mansio Ad Careias (della Via Clodia) che guadagnò anche una certa prosperità. Dopo la caduta dell'Impero Romano la piccola città di Careia tirò avanti finchè non fu distrutta dai Saraceni. Nel 790 Papa Adriano I aveva diviso la Campagna Romana in Domus Cultae e quella che fu stabilita qui, a Galeria, sovrintendeva al territorio della Clodia. Come riferisce il Gregorovius, Galeria, per ragioni ignote, si sottrasse al potere ecclesiastico e al principio del secolo XI signori di Galeria erano i Conti dello stesso nome. Questi Conti di Galeria, acerrimi nemici della Chiesa, erano alleati dei Conti di Tuscolo i quali (nel 1058) imposero un loro parente come Papa (Benedetto X). Questo Papa però fu deposto col Sinodo di Sutri e sostituito da Niccolò II (appoggiato da Ildebrando di Soana, futuro Gregorio VII). Niccolò II strinse una storica alleanza tra la Chiesa e i Normanni, il cui primo risultato fu la presa di Galeria (autunno del 1059) dove si era rifugiato il deposto Benedetto X. Quando fu eletto Papa, Gregorio VII - quasi a ribadire il significato della vittoria su Benedetto X - volle stabilire qui un Monastero. Dopo un'alternanza di possesso fra i nobili che si contendevano la Campagna Romana, con l'intervento dei Papi di turno, Galeria nel 1497 passa definitivamente agli Orsini (che erano divenuti padroni assoluti del Braccianese sconfiggendo Giovanni, Duca di Gandia, figlio di Alessandro VI ). Furono proprio gli Orsini che, nel '500, ristrutturarono Galeria e a questa epoca dovrebbero risalire i resti più notevoli che oggi possiamo osservare. Nel settecento il sito venne in possesso di un signore tedesco che si adoperò per apportare, a modo suo, dei miglioramenti alla città già morente (a lui si deve il campanile di San Nicola che ancora troneggia sulle rovine). Ma gli interventi non servirono a fermare l'esodo degli abitanti che fuggivano alla incombente malaria dovuta agli allagamenti dell'Arrone, nel vallone sottostante. Il Gregorovius nel suo 'Passeggiate per l'Italia' esattamente centocinquanta anni orsono così ci descrive la sua visita a Galeria: ' a Santa Maria di Celsano si scende dalla carrozza per visitare i ruderi di Castel Galeria; come la fiabesca Ninfa, anche Galeria, un tempo sede di signori caparbi e selvaggi che spesso diedero fastidi a Roma, è ora abbandonata e distrutta, con strade, chiesa, fortezza comitale coperte letteralmente di edera; però Galeria non è come Nin
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