Nel 1950 la società Cervino decise di realizzare il tratto di funivia che avrebbe unito Plan Maison alla cresta del Furggen, coprendo un dislivello di quasi 1000 metri. L'incarico della progettazione fu affidato all'architetto torinese Carlo Mollino.
Molino progettò una campata unica di 2900 metri di lunghezza ad unire le stazioni di valle e di monte, la più lunga fino ad allora mai realizzata.
Dagli schizzi della stazione a monte si rileva una struttura metallica costituita da quattro montanti a traliccio a doppio ginocchio che sorregge le piattaforme di sbalzo, le sovrastanti terrazze a tettoia e lo sbalzo terminale.
Al piano terreno era previsto di accedere, attraverso la sala di aspetto, ad una galleria scavata nella roccia che si sarebbe aperta sul ghiacciaio, punto di collegamento alla pista di sci.
Nel 1952 si decise di dare avvio alla costruzione, affidata alla Agudio ed alla società Nazionale delle Officine di Sivigliano, calcolata dal professor Vittorio Zignoli, collaboratori il Geom. Lorenzo De Francisco, il perito ind. Giulio Frassati e l' Ing. Giuseppe Gereci.
Si incontrarono immediatamente gravi problemi logistici, dovuti alla difficoltà di costruzione e del trasporto dei materiali a quella quota (si trattava per quell' epoca di una delle funivie più alte). Per questi motivi la stazione a monte si discosto' in maniera notevole dal progetto iniziale: la parte che oggi possiamo osservare si limita al basamento in pietra che Mollino aveva previsto e dal quale dovevano uscire le parti in sbalzo ad orditura metallica.
Nella stazione non hanno trovato collocazione funzioni collettive preventivate dall'architetto quali il ristorante ed il belvedere girevole.
La stazione si limitò ad ospitare i meccanismi dell' impianto, ed un piccolo locale cucina-mensa per il personale di servizio.
Il belvedere, seconda attrattiva dell' esercizio dopo il trasporto degli sciatori, fu limitato allo sfruttamento del tetto piano della stazione come terrazza panoramica ad un passo dal Cervino e con una visuale sia sul versante Italiano che su quello Svizzero.
La funivia entrò ufficialmente in servizio nel 1952: le cabine originarie erano ad ellisse, inoltre il tetto era parzialmente scoperto, le persone trasportate erano 25; dopo un rinnovo dell' impianto, negli anni 70' le cabine vennero sostituite con vetture da 20 persone e tali rimasero fino alla chiusura dell' impianto.
Dati tecnici:
Lunghezza: 2887 m .
Dislivello: 931 m .
Capacità cabine: 25 persone.
Come già accennato, tutta la lunghezza del tragitto era coperta da una campata unica, senza piloni intermedi: la campata di fune era talmente lunga (quasi 3 km ) che per il tracciamento il progettista (prof. Zignoli) aveva dovuto tenere conto anche della curvatura terrestre.
Arrivati a monte gli sciatori venivano sbarcati su due passerelle a sbalzo a lato delle fosse delle cabine, salita una scaletta metallica che portava all' interno dell' edificio potevano uscire all' esterno e cendere lungo la costa o percorrere una galleria, detta "il corridoio" che evitando il passaggio sulla costa immetteva direttamente sul ghiacciaio in una posizione più sicura e meno impegnativa.
Il corridoio fu costruito per evitare il passaggio sulla costa, che nei primi 10 anni divetò più ripida a causa dell' accumulo di neve dovuto alle reti di protezione. Negli anni successivi si decise inoltre di sostituire la linea elettrica con un gruppo elettrogeno, poichè la formazione di ghiaccio sui cavi continuava a porla fuori servizio.
La stazione a valle dell' impianto si limita ad un edificio quadrangolare con tetto spiovente a doppia falda, chiuso su tre lati.