Piccolo paese per estensione ed abitanti, il suo nome è dovuto alla presenza di vegetazione spinosa come il biancospino e/o alla spiga di segale dove la popolazione era solita coltivare il luogo per cui venne detto "portatrice di spiga".
Antico insediamento appenninico Celto-Ligure, fu teatro di uno scontro collaterale alla seconda guerra punica: nella vicina "Selva Litana" i Galli Boi tennero un agguato all'esercito romano, durante l'episodio della battaglia di Lancisa, in cui rimasero pochi superstiti fra cui il Console Lucio Postumio Albino che rintracciato cadde nello scontro di "Chiusa Galli", venne portato nell'abitato originario (sotto il borgo attuale), oggi conosciuto come "Casaferri". È stato rifondato e sviluppato in epoca gotico-longobarda, attraverso due torri di difesa, rappresentate solo dall'odierno campanile. Nel 1200 circa venne costruita la chiesa, in stile romanico, con all'interno un fonte battesimale particolare ed arricchita nel tempo da alcuni dipinti. Fece parte del comune di Lizzano (il primo della montagna e secondo in assoluto dopo Pistoia), anche se ebbe modo di avere un vicario comunale proprio. Si distaccò con Lancisa nel 1551/68 e l'esperienza di autogoverno ebbe termine nel 1775. Vi nacque Gaetano Cenni (Spignana 1698, Roma 1762) sacerdote e letterato, autore di molti studi sui documenti storici della chiesa. Negli anni '40 del '700 ebbe modo di ospitare per un brevissimo periodo il granduca Francesco Stefano di Lorena. Nel secondo conflitto mondiale si trovò nelle vicinanze della Linea Gotica, per questo fu sede di un rilevante comando tedesco, che in seguito mutò in Alleato. Per ironia del caso dagli anni '80 - '90 fu luogo di brevi villeggiature del grande Gino Bartali.