In Valtellina, sopra la città di Sondrio si diparte la Valmalenco, il cui nome deriverebbe dalla parole celtiche "Mal en ga", "testa stretta dall'acqua", o da “Mall-anko” “fiume del monte”. Antiche leggende fanno però risalire la toponimia dal “Val Malenga”, “valle del male”, perché racchiusa da spaventose montagne: il massiccio del Bernina e quello del Disgrazia. Tuttavia non sono solo le vette più alte - che coi loro ghiacciai sfiorano e superano i 4000 metri - a essere spaventose: addentrandosi nella valle, tra il comune di Arquino e quello di Spriana, un intero versante della valle rischia di crollare.
Il Centro di Monitoraggio Geologico dell’ARPA stima un volume di circa 70 milioni di metri cubi soggetti a lento scivolamento gravitativo. La frana, monitorata sin dal 1977, rischia di travolgere la contrada Badoglio e gli altri piccoli centri agricoli costituiti da tradizionali baite in pietra, coi ballatoi di legno, che giacciono abbandonati dal 1965, quando furono fatti evacuare. Da allora, di anno in anno, aumenta lo stato di degrado e la rabbia degli abitanti, che sperano di veder ripartire i lavori per la messa in sicurezza della montagna, arenati sin dal 1986.