FORTEZZA MEDICEA DEL GIRIFALCO

CORTONA, AREZZO

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FORTEZZA MEDICEA DEL GIRIFALCO
Dal 2015 l'Associazione Culturale ONTHEMOVE gestisce la Fortezza del Girifalco nell’ambito di una Convenzione con il Comune di Cortona ed ha realizzato una prima parte di interventi di riqualifica strutturale di potenziamento dell’accessibilità e avviato un percorso volto a trasformare il complesso monumentale in una “industria culturale”, polo internazionale di formazione e spazio d’innovazione ed esposizione artistica contemporanea. ----- Precedenti interventi: I restauri del 1959 e 1969 hanno reso accessibili ai visitatori il mastio ed il cortile. Nel 2010 si è concluso il recupero del bastione di Santa Maria Nuova, con l’inserimento di un montacarichi esterno per migliorarne l’accessibilità e consentirne nuovi usi. ----- Cenni storici: La presenza di una fortezza sul poggio che domina Cortona è presumibile fin dal VI-V secolo a.C., quando la cerchia muraria etrusca aveva un’estensione quasi corrispondente al tracciato tuttora visibile. Le prime fonti storiche che descrivono una bella e forte Rocca risalgono tuttavia al 1258. Più volte presa e saccheggiata nel corso delle guerre con Arezzo, nel 1411 fu venduta, insieme all’intera città, alla Repubblica Fiorentina, che a partire dal 1527 ne avviò la ristrutturazione. Come primo intervento la rocca fu collegata alle mura urbane, dando così origine al cortile centrale di forma pentagonale. Occorre attendere la metà del XVI secolo e la massiccia militarizzazione dei territori medicei perché la fortezza acquisisca l’aspetto attuale. A partire dal 1556 e per volere di Cosimo I de’ Medici, furono realizzati i quattro bastioni ed il rivellino, opera dell'ingegnere militare Gabrio Serbelloni e dell’architetto cortonese Francesco Laparelli, i quali collaborarono anche alla progettazione delle fortificazioni de La Valletta a Malta. Infatti, nel corso del ‘500, l’introduzione delle artiglierie rese necessaria la progressiva sostituzione delle mura medievali, progettate per la difesa piombante ed ormai inadeguate, con fronti bastionati studiati per la difesa radente (o fiancheggiamento). Questa nuova tecnica alternava cortine (tratti rettilinei) e bastioni (di forma dapprima curvilinea e poi poligonale) secondo lo studio geometrico delle traiettorie di tiro; la massa dei bastioni, di pietra o terreno compatto, permetteva di resistere ai colpi dell'artiglieria. La fortezza del Girifalco, tuttavia, non è mai stata utilizzata in guerra e nel 1766, dopo l’avvento dei Lorena, fu disarmata e ceduta alla Comunità di Cortona, che la utilizzò come carcere cittadino. Nei secoli successivi, con la fine del Granducato di Toscana nel 1860, fu depredata di legnami e pietrame. Durante la seconda guerra mondiale, divenne rifugio per 250 figlie di italiani all’estero e postazione strategica sia per i soldati tedeschi, che vi installarono una radio trasmittente, sia poi per i soldati alleati.
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