Già il termine di Verrucole, che deriva sicuramente da verruca, fa capire facilmente come non si potesse scegliere una località migliore, arroccata e pietrosa, su cui costruire una fortificazione. Sul monte basalitico su cui si erge il fortilizio sono stati rinvenuti reperti dell'Età del Bronzo, così come di un villaggio medievale. Il territorio della Curia delle Verrucole era gestito in epoca medievale dai conti Gherardinghi, feudatari del luogo, poi passò ai lucchesi, ai Malaspina e dal XVI secolo agli Este. La Fortezza nelle sue fattezze attuali risale probabilmente a due periodi estensi: l'epoca del marchese Leonello (circa 1450) e di Alfonso II (circa 1564). Per più di quattrocento anni questo fortilizio, strategico per l'intera valle, fece parte del Ducato di Modena e dell'antica Provincia di Garfagnana. Si tramanda che in origine il complesso avesse due torrioni, con due castellani ciascuno a comando di un corpo di guardia, a difesa delle due rocche, la Tonda e la Quadra, poste ai due estremi del colle. La Rocca Tonda è l'attuale torrione poligonale che in antico, dotato di merli ghibellini ancora individuabili, conteneva a sua volta una torre cilindrica, ad oggi visibile dopo gli scavi. La Rocca Quadra, di cui si vedono ancora tracce nei pressi del baluardo di nord-est, aveva a difesa una torre semicircolare e un palazzotto con la facciata a nord. Oggi, entrando dall'antica Porta Piana dotata ancora di guardiola e caditoia, girando a sinistra, si può fare una visita alla cortina merlata, alla casamatta-cannoniera così come ai baluardi cinquecenteschi che guardano verso il possente massiccio della Pania di Corfino. Nei pressi del lato opposto all'ingresso della casamatta si ritrovano i resti del magazzino e dell'alloggiamento del corpo di guardia (recentemente ricostruito). Salendo sul colle della Rocca Tonda non passa inosservata l'antica cappella a servizio dei militari ed il torrione oggi in parte ricostruito e restaurato. Ogni osservatore attento, a sinistra dello scalone in pietra, riconoscerà l'angusta porta del soccorso, via di fuga di ogni castello che si rispetti. Dalla porta a nord si entra nell'Orto del comandante, che conteneva a sua volta un torrione della polvere da sparo a ovest, esploso per colpa di un fulmine nel 1683, edifici di servizio, e una cisterna per la raccolta dell'acqua piovana. Il 1° agosto del 1524 la Rocca ospitò il poeta Ludovico Ariosto, commissario in Garfagnana, che vi pernottò prima di ripartire per Camporgiano, sede di Vicaria. Leggende di magie e fantasmi non si negano, forse perchè il forte fu, per secoli, sede di prigione inespugnabile e luogo di indescrivibili torture. Resta pure alle cronache il seicentesco capitano Francesco Accorsini, comandante della Fortezza, condannato dall'Inquisizione di Modena per pratiche di magia e stregoneria.