FORTE SAN ROCCO

MARINA DI GROSSETO, GROSSETO

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FORTE SAN ROCCO
A difesa della costa grossetana, nel tratto compreso tra la foce del fiume Ombrone ed il castello Aragonese di Castiglione della Pescaia, già nel 1720 era stato istituito il “Posto di San Rocco, formato da quattro capanne costruite sulla spiaggia: “per servire di corpi di guardia a soldati, che custodiscono queste marine dello Stato di Siena” (Archivio di Stato di Siena) che fungeva anche da cordone sanitario per impedire l’avvicinamento alla costa da parte di navigli infetti o ritenuti tali e lo sbarco di uomini, animali e merci sospettati di poter essere causa di contagio delle ricorrenti e terribili epidemie portate dal mare. Nel 1787-88 il Granduca Pietro Leopoldo II, nell'intento di potenziare le difese costiere tra l’Uccellina e Castiglione della Pescaia, volle che a San Rocco fosse edificato un forte in sostituzione delle capanne. La fortificazione voluta dal Granduca Pietro Leopoldo Asburgo di Lorena e terminata sotto la reggenza del figlio Ferdinando III, entrò a far parte dell’articolato sistema difensivo costiero, costituendo anche un centro tecnico amministrativo nel vasto programma lorenese di risanamento ambientale ed economico della Maremma. Essendo costruito sul mare, anche se oggi dista da esso circa 400 metri, le sue fondamenta vennero realizzate su pali su cui far poggiare una intelaiatura di tavoloni di pino, meno costosi della pietra, data l'abbondanza del legname della pineta. Di aspetto severo ed elegante presenta tre distinti corpi di fabbrica: il bastione, la torre e il cortile. Essendo costruito sul mare, anche se oggi dista da esso circa 400 metri, le sue fondamenta vennero realizzate su pali su cui far poggiare una intelaiatura di tavoloni di pino, meno costosi della pietra, data l'abbondanza del legname della pineta. Il possente bastione aveva funzione sia di difesa sia di offesa, essendo formato da un muro a scarpa alto 10 metri e spesso alla base metri 2,60 e sovrastato dalla batteria, un’ampia terrazza in grado di ospitare artiglieria pesante. Il pano primo era composto dal quartiere del comandante e dalla fureria, vi era inoltre un deposito per armi leggere, il forno la cucina e la dispensa. A piano terra si trovavano: la cappella, la sagrestia, il quartiere del cappellano, la prigione, l’alloggio e la scuderia del Cavalleggeri, la cisterna principale, la cantina. La fortezza d San Rocco, che in epoca granducale aveva svolto un ruolo importante nel controllo della costa, alla prima metà del ‘900 risultava abitata da un ristretto numero di militari. Tra il 1835-1844 furono compiuti nel forte dei restauri durante i lavori di bonifica integrale della Maremma condotti sotto la direzione di Alessandro Manetti, che progettò due diversivi per convogliare le fangose acque dell'Ombrone in cinque bacini di colmata all'interno del lago di Castiglione. Dopo l'annessione della Toscana al Regno d'Italia, il forte passò alle dipendenze del Ministero delle Finanze ed ospitò "una brigata di guardie doganali". Dal 25 marzo 1907 la torre fu utilizzata come caserma della Guardia di Finanza. Negli anni a cavallo tra ‘800 ‘900, un solo luogo fortificato interrompeva il lungo litorale disabitato, immerso in una natura ostile e selvaggia. Solo alcuni nomadi del mare, venuti da coste lontane approdarono su questo lido, vi costruirono i loro ripari sulla spiaggia, a sud del canale San Rocco e plasmando il destino entrarono a far parte di questi luoghi avversi dai quali traevano sostentamento. Nel corso del tempo le capanne furono sostituite da case in muratura, così nacque il primo nucleo abitato della futura Marina di Grosseto, la cosiddetta “Sciangai”. Per il Forte di San Rocco, oggi in stato di abbandono, sarebbero auspicabili un restauro e un riutilizzo per finalità culturali, essendo un manufatto di pregio e di notevole interesse storico.
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