Fonte Magna fu edificata nel I secolo a.C. come ninfeo, cioè come costruzione con nicchie e prospetto a colonne ospitante una fontana al suo centro.
Quello che oggi rimane di Fonte Magna, il cui nome è attribuibile più al fatto di essere una delle più importanti fonti di approvvigionamento idrico della città che al passaggio di Pompeo Magno ad Osimo durante la guerra civile con Cesare, ci può dare vagamente un’idea di come fosse la struttura originaria.
La fonte, il cui nome compare per la prima volta nella pianta di Osimo voluta dal vescovo Bichi nel Seicento, riveste grande importanza nel panorama archeologico marchigiano in quanto è uno dei pochi monumenti citati da fonti storiche: Procopio di Cesarea nel suo De bello Gothico ne dà un’accurata descrizione, narrando come l’architettura fosse al centro della tattica utilizzata da Belisario, comandante dei Bizantini, che voleva espugnare la città allora in mano ai Goti.
Fonte Magna appartiene ad una delle tipologie più frequenti di fontane monumentali, quelle ad esedra semicircolare; con ogni probabilità aveva una copertura a volta e decorazioni architettoniche all’interno. Dallo studio del tipo di opera cementizia utilizzata nella realizzazione, la fonte si può datare tra I sec. a.C. e I sec. d.C.