FONTANA ROSELLO

SASSARI

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FONTANA ROSELLO
Alla fontana si accede attraverso il Corso Trinità dove si trova anche il più ampio tratto della cinta muraria medioevale (la prima menzione delle mura risale al 1236) sopravvissuto alle demolizioni, la porta Rosello, e il complesso monumentale costituito dalla chiesa e dal convento dei Frati Trinitari, ivi insediati dal 1640. Le attuali strutture si debbono al più tardo ampliamento, concluso nel terzo decennio del XVIII secolo. L’ insieme è notevole sia dal punto di vista architettonico per gli inserti plastici della facciata della chiesa, sia per la posizione scenografica che caratterizza la prospettiva dalla piazza Mercato. Della fonte si ha notizia sin dal 1295: è stata nominata nel Codice degli Statuti duecenteschi come la fontana di Gurusele o Gurusello ed è stata nel corso dei secoli oggetto di particolari cure e attenzioni da parte della città di Sassari. Non si conosce la forma che dovette avere nel Cinquecento, ad eccezione del fatto che l’acqua fuoriusciva attraverso dodici cantaros di bronzo. Tra il 1605 e il 1606, grazie all'opera di lapicidi genovesi, assunse l'aspetto di gusto rinascimentale che in buona parte ancora oggi conserva e che si può vedere raffigurato nel quadro del pittore fiammingo Johan Bilevelt conservato nella Chiesa di Santa Caterina. Rivestita in marmo bianco e verde, la fontana si configura come un’allegoria del fluire del tempo espressa attraverso una simbologia che richiama, con le sue quattro statue, le stagioni, mentre le dodici bocche da cui fuoriesce l’acqua rappresentano i mesi. In seguito ai danneggiamenti inferti al monumento durante i moti antifeudali del 1795, furono distrutte tre delle quattro statue originarie. L’unica statua sopravvissuta, rappresentante l’Estate, è custodita a Palazzo di Città, sede del Museo della Città. Nel 1828 si fecero realizzare dal marmoraro carrarese Giuseppe Perugi le statue delle stagioni oggi visibili. Nell’Ottocento, in luogo della struttura metallica che sorreggeva la statua equestre di San Gavino, si costruirono le due arcate che attualmente sorreggono una copia della statua originale, andata perduta nel corso degli anni Quaranta; la copia attuale é stata realizzata dallo scultore Gavino Tilocca.
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