Il monumento deve la sua origine al privilegio concesso alla città di Venosa da re Carlo II d'Angiò nell'anno 1298, con il quale, tra le altre cose, veniva istituito un corpo di ispettori locali, incaricati della manutenzione della fontana e del controllo degli acquedotti che la alimentavano. Essa è situata nel luogo dal quale, fino al 1842, si accedeva alla città attraverso la porta detta, appunto, “fontana”. È costituita da un lungo abbeveratoio addossato a un muro, alle cui estremità sono posti due leoni in pietra provenienti dalle rovine romane: il primo, pressoché integro, tiene sotto la zampa una testa di montone. Il ricorso a statue antiche di leoni rappresenta a Venosa una costante nella decorazione delle fontane pubbliche. Di reimpiego è anche l'ara circolare sistemata nell'area antistante. La fontana attuale è opera di un vistoso intervento di restauro e ripristino effettuato tra il 1851 e il 1853. Ventidue piuoli in pietra la separano dalla piazza del Castello aragonese.