La zona nota come area ex-ILVA è situata all'interno del centro abitato di Follonica, nella provincia di Grosseto, e racchiude gli stabilimenti ormai dismessi dell'ex-ILVA. La posizione geografica degli stabilimenti dell'ex-Ilva è stata determinata dalla equidistanza fra le miniere di ferro elbane e i grandi boschi demaniali dove veniva prodotto il carbone di legna. Sui due lati dell'area si è sviluppata una lottizzazione a maglie ortogonali che ha interessato il territorio compreso tra la fabbrica e la marina. Con le espansioni che si sono sviluppate oltre il torrente Petraia, l'area è collocata in posizione baricentrica rispetto all'agglomerato urbano complessivo.
Gli edifici attualmente presenti nell'area sono:
- Bottaccio, serbatoio dell'acqua risalente già al XVI secolo.[1]
- Cancello monumentale in ghisa (1831-1845) progettato da Alessandro Manetti e Carlo Reishammer.[2]
- Carbonile (1840).[3]
- Casa con torretta, ex ferriera e distendino seicenteschi, riattivati a partire dal 1818, dopo il 1845 invece adibita ad alloggio dei lavoratori.[4]
Case della Condotta (la prima costruita tra il 1817 e il 1822, le altre due nel corso degli anni trenta dello stesso secolo), alloggi di cavallai e bovari.[5]
Casetta Pierallini, palazzina settecentesca dall'affittuario delle ferriere Francesco Pierallini, poi ristrutturata dal 1818 per essere alloggio del guardia boschi.[6]
Centralina idroelettrica (1910).[7]
Due casotti di guardia di fianco all'entrata del cancello (1845).[8]
Fonderia n. 1, risalente al 1918 su modifica di un edificio del 1839.[9]
Fonderia n. 2, composta da più edifici realizzati a partire dal 1834, un tempo affiancata da due forni, San Leopoldo (1835) e Maria Antonia (1841), demoliti entrambi dopo il 1907.[10] Oggi ospita il Teatro Fonderia Leopolda.[11]
Forni delle Ringrane, edificati a partire dal 1853, poi chiusi nel 1907.[12]
Forno di San Ferdinando, ex mulino quattrocentesco, ferriera dal 1546 e forno fusorio dal 1818, smantellato poi dopo il 1907 e oggi sede del Museo delle arti in ghisa nella Maremma.[13]
Palazzina del Direttore (1822-1832).[14]
Palazzina dell'Ospedale Ricovero (1838-1841).[15]
Palazzina dell'osteria e dispensa, risalente al 1651 e oggi scuola media.[16]
Palazzo con Torre dell'Orologio, ex cappella seicentesca successivamente modificata (1839) prima per ospitare il granduca, poi utilizzata come alloggio dei dipendenti.[17]
Palazzo del Forno Quadro, risalente al 1578, ricostruito tra il 1838 e 1840, oggi sede della biblioteca comunale.[18]
Palazzo Granducale, ex dispensa nei primi del XIX secolo, poi alloggio del granduca dal 1845 e oggi sede delle guardie forestali.[19]
Porticato dei getti e dei camerotti (1842), voluto dal granduca per riparare gli sbavatori al piano terra, mentre al piano superiore dormitorio per i lavoratori, ampliato nel 1926 per ospitare la fonderia dei cilindri con la troniera, attiva fino alla chiusura nel 1960.[20]
Residenze dei lavoranti, abitazioni per i dipendenti realizzati tra il 1838 e il 1846.[21]
Torre idraulica in pietre e laterizi (1910).[22]