Il fiume Sarno, in Campania, con la sua vallata costituisce un'estesa pianura fluviale di circa 500 kmq (4% della superficie della Campania) formata da depositi vulcanici sedimentari, delimitata ad occidente dal complesso vulcanico del Somma Vesuvio, ad oriente dalla catena dei Monti Lattari, ed è aperta al meridione sul golfo di Napoli. Il Sarno , lungo 24 km, arricchendosi di volta in volta delle acque di numerosi affluenti, divide la piana in due settori, quello occidentale in provincia di Napoli e quello orientale in provincia di Salerno, attraversando in forma calma e sinuosa i comuni di Sarno, San Valentino Torio, San Marzano, Striano, Poggiomarino, Pompei, Scafati, Castellammare di Stabia per sfociare, dopo aver realizzato un'ansa in direzione della località Sant'Abbondio di Pompei, in mare di fronte allo scoglio di Rovigliano. Le problematiche del Sarno, causa una elevata pressione antropica con relativo impatto determinato da scarichi domestici (fecali, agricoli, pesticidi, fertilizzanti, ecc.) e industriali, sono tutte relative al suo forte inquinamento (il più alto d'Europa) che si ripercuote nell'intero golfo di Napoli, fino agli anni Sessanta, era un fiume pescoso e termale caratterizzato da ambienti salubri e incontaminati. Nel 1992 il fiume è stato dichiarato ad elevato rischio ambientale ed è iniziato un tortuoso percorso per il disinquinamento (più avanti ampiamente rendicondato): allo scopo si è divisa l'area in tre comprensori: - dell'Alto Sarno con 8 comuni, una popolazione di 69mila abitanti e una densità di 398 ab/kmq; - del Medio Sarno con 21 comuni, una popolazione di 445mila ab. e una densità di 1430 ab/kmq; - di Foce Sarno con 10 comuni, popolazione di 225mila ab. e una densità di 2338 ab/kmq.