Rasiglia, la piccola Venezia Umbra.
Nell’area della montagna folignate, lungo la strada statale 319 sellanese, a oltre 600 metri di altitudine, si trova Rasiglia, un luogo perso nel tempo.
La sua ragione d’essere è l’acqua. Dalla fragorosa sorgente di Capovena sembra scaturire tutto l’abitato che si dispiega, secondo la disposizione naturale, ad anfiteatro e sorge come borgo necessario alla rocca che, ancora forte del suo antico ruolo, sovrasta con l’alta mole le molte case, strette tra loro in una solidale vicinanza.
Un molino, una gualchiera, alcune case nel borgo erano di proprietà dei Trinci che, sfruttando la preziosa presenza dell’acqua, avevano dato vita a quelle attività che per secoli hanno poi garantito la vita di tutta la comunità. A Rasiglia, dovunque, ogni percorso è scandito dall’acqua.
Il borgo attira ormai tanti turisti che il comune ha dovuto creare in emergenza nuovi parcheggi e servizi igienici. L'impegno dei 50 residenti per fare rinascere la "piccola Venezia dell'Umbria" dopo i crolli del terremoto del 1997 ha vinto la sfida: i tanti commenti entusiasti sui siti specializzati hanno addirittura spinto il Comune a fare un'ordinanza per disciplinare il traffico in una zona dove, fino a pochi mesi prima, di macchine se ne vedevano passare davvero poche. Potenza del passaparola su web e Rasiglia è diventata una star dei siti di viaggio, per i ruscelli che passano vicino alle case, il verde e la tipica struttura del borgo medievale. Difficile trovare in rete un commento che non ne magnifichi l'atmosfera, così la località è comparsa anche sul sito de la Repubblica, oltre che in numerosi articoli sulla stampa ed in tanti blog di viaggiatori.