Borgo antico, incantevole. Il comune di Fiumalbo si trova nell'alto Appennino modenese, al confine con la Toscana. Il centro principale sorge in un'ampia valle, molto soleggiata sia d'inverno che in estate, alla confluenza del Rio Le Motte (Rio San Francesco) e del Rio dell'Acquicciola, che ne delimitano il vecchio centro storico. Il nome Fiumalbo deriva peraltro da Flumen album ("fiume bianco") o, meno probabilmente, da Flumen in alpe ("fiume di montagna", da un alpis ricostruito sul plurale Alpes del latino classico)
La vallata di Fiumalbo si apre sul Monte Cimone a Est e, a sud est, il Monte Libro Aperto ed il Monte Lagoni; il Monte Modino e la "Fiancata" delle Rotàri a Ovest; il Passo dell'Abetone a sud; la gola del Fiume Scoltenna a nord.
La confluenza dei due corsi d'acqua che delimitano il centro di Fiumalbo danno origine allo Scoltenna che, a sua volta, confluendo con il Leo, dà origine al Fiume Panaro, affluente del Po. Corsi d'acqua minori sono il Rio delle Pozze (dalla Val di Luce), il Pistone (dal Cimone), il Rio delle Tagliole (dal Lago Santo). Del territorio fanno parte diversi centri abitati, tra cui si citano Dogana Nuova, Faidello, Rotàri, San Michele, oltre ai numerosi borghi sulle pendici del Cimone e del Modino.
L'altezza sul livello del mare varia dagli 800 metri circa della parte bassa dello Scoltenna, fino ai 2165 della vetta del Monte Cimone. Ampie le superfici boscate, soprattutto con faggi e abeti diffusi su tutto il territorio sino al limite della vegetazione (1700 metri); castagni, noccioli, aceri di monte e ricci, cerri, ontani, frassini sono anch'essi presenti in forma autoctona o semi-autoctona. L'agricoltura montana, una volta diffusa, è ora assai rara, con qualche appezzamento di foraggio e sporadicamente grano. Anche l'allevamento di bovini è ormai molto ridotto, così come il pascolo degli ovini, una volta caratterizzato dalla periodica transumanza con le pianure romagnole e venete.