Una grandiosa testimonianza di archeologia industriale è l’antico stabilimento per la fusione del ferro (la "magona di Atina"), costruito ed inaugurato da Ferdinando II di Borbone nel 1858. Veniva utilizzato per la produzione del ferro estratto dalle vicine miniere del monte Meta, famose già ai tempi dei romani e che contribuirono a rendere Atina "potens", come fu definita da Virgilio. La troviamo nella frazione di Rosanisco, in una zona collocata a 200 metri dalla sponda destra del fiume Melfa e poco distante dalla strada rotabile Sferracavalli che andava a congiungersi con quella Regia di San Germano, l’odierna Cassino. Dopo l’unità d’Italia venne abbandonata, depredata e inclusa tra i beni demaniali da alienare. Il complesso siderurgico ha mantenuto la sua forma ed il suo aspetto originari, il prospetto principale dell'antico stabilimento è rimasto inalterato, si presenta architettonicamente imponente, lineare e vagamente neoclassico, costruito con pietra calcarea.