Per iscritti FAI biglietto ridotto, 5 euro invece che 12 euro, per il Fellini Museum a Rimini
Il Fellini Museum, inserito dal Ministero della Cultura tra i grandi progetti nazionali, è situato tra Castel Sismondo, Palazzo del Fulgor e Piazza Malatesta. Fa parte di un polo culturale che comprende il Teatro Galli, Part – Palazzi dell’Arte con il Giardino delle sculture, il cinema Fulgor, il Museo della Città, la Domus del Chirurgo, la Biblioteca Gambalunga, il Ponte di Tiberio con la Piazza sull’acqua e Porta Galliana, l’arena di Francesca da Rimini, l’Arco d’Augusto, il Tempio Malatestiano e Porta Montanara. Concepito come un unico organismo, il Fellini Museum accoglie e promuove la vastità dell’opera felliniana, in un dialogo costante tra diverse forme artistiche.
La ‘testa’ è costituita dal Palazzo del Fulgor, sede della storica sala dove Fellini vide i primi film e riallestita nel 2018 dallo scenografo Dante Ferretti. Nei suoi tre piani sono esposti materiali originali – disegni, manifesti, fotografie – e grazie a un Archivio digitale è possibile approfondire diversi aspetti relativi all’attività e alla biografia del regista. Ospita mostre fotografiche temporanee. La ‘pancia’ del Fellini Museum è Castel Sismondo, l’antica Rocca della città. Lungo le sale dei tre piani dell’architettura rinascimentale si sviluppa un percorso di installazioni multimediali che evocano frammenti di set felliniani e tecniche di ripresa, nonché le collaborazioni più care al regista riminese e i suoi fecondi rapporti con la storia italiana del Novecento. Ambienti sensibili, pensati con piena coscienza dell’enorme valore del Castello, per un ‘museo di narrazione’ che permette di celebrare la visionarietà del regista attraverso spettacolari macchine sceniche.Il corpo del Fellini Museum ha anche le ‘gambe’, quelle dei visitatori, invitati ad attraversare la Piazza sei Sogni, l’outdoor del Fellini Museum, che unisce il Palazzo del Fulgor a Castel Sismondo e che accoglie tre grandi installazioni ambientali: la panca circolare, che ricorda il finale del film 8½; il velo d’acqua, che segna il perimetro dell’antico fossato del castello; e il bosco dei nomi con le lanterne disegnate dal poeta Tonino Guerra, che rievoca la campagna del film Amarcord.
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