Le scuderie furono costruite dal nobile banchiere ebreo Giuseppe De Montel.
I lavori iniziarono nel 1915 e furono conclusi tre anni dopo. In breve divennero fra le più prestigiose d'Italia, in diretta concorrenza con quelle leggendarie di Federico Tesio. La zona era una vasta distesa di prati dove correvano e si allenavano purosangue come Macherio, Ortello e Orsenigo. E qui venivano a galoppare anche i cavalieri del Savoia cavalleria di via Vincenzo Monti. L'arrivo del fascismo e delle legge razziali, però, azzopparono De Montel. Fu costretto a vendere tutto e a scappare. La struttura passò così alle Pie opere missionarie che nel Dopoguerra le affittò ad altri allevatori, ma la costante mancanza di manutenzione finì per comprometterne la competitività. Seguirono un lento declino, l'abbandono e poi, negli anni Ottanta, col passaggio di proprietà al Comune nell'ambito di una grossa lottizzazione, il completo degrado.
In termini architettonici, le scuderie rappresentano una commistione tra lo stile Liberty Milanese e quello francese delle scuderie del duca di Condè a Chantilly dove sorge un ippodromo internazionale. Le scuderie sono adiacenti all'ippodromo di San Siro. Come questo edificio sotto la protezione delle Belle Arti, furono costruite dall'architetto milanese Vietti Violi, uno dei maggiori nel campo di queste corstruzioni.
E’ di metà 2019 la notizia che tra i vincitori di "Reinventing cities", il bando internazionale lanciato nel 2017 dal Comune di Milano insieme a C40, per trasformare siti inutilizzati o in stato di degrado in spazi di rigenerazione ambientale e urbana, c’è anche il progetto che vede come protagonista le Scuderie de Montel e la sua trasformazione in "Teatro delle terme" attraverso il recupero e la rifunzionalizzazione dell’edificio storico e dell'area.