L’ex oratorio dei Santi Biagio, Francesco e Carlo si trova presso Garbatola, frazione di Nerviano distante dal capoluogo circa tre chilometri.
Voluto da San Carlo Borromeo in sostituzione di un vecchio oratorio dedicato a San Biagio, fu realizzato nel 1620 (nel 2020 compie quattrocento anni) durante l’episcopato del cardinal
Federico Borromeo, grazie all’interessamento di don Cesare Salvioni, un nobile sacerdote milanese che aveva diversi possedimenti presso la Cascina Garbatola.
Abbandonato nel 1905, anno in cui fu inaugurata la nuova parrocchiale, fu venduto a privati
(all’epoca fam. Macchi) e fu pian piano smantellato e trasformato.
La vecchia chiesina era costituita da tre ambienti: l’aula dei fedeli, rettangolare, misurava circa 9,00 m (lunghezza) x 5,50 m (larghezza), prospiciente l'attuale piazza don Musazzi, l'ambiente dell’altare, che misurava 4,85 m (larghezza) per 3,40 m (lunghezza) e infine una sagrestia a nord dell’edificio, lungo l’attuale via Isonzo, che misurava circa 2,80 m (larghezza) per 3,40 m (lunghezza).
Nell'oratorio era un grande quadro di Carlo Picozzi, del 1838, rappresentante l'Ascensione di Cristo tra i Santi Francesco e Sebastiano, utilizzata come pala d'altare, oggi è custodita nella parrocchiale di Garbatola (che si trova nella stessa piazza).
Davanti all’oratorio, nell'area dell'attuale piazza, fino al XIX secolo era il cimitero della frazione. La facciata fu completamente trasformata nel corso del XX secolo: negli anni Trenta fu realizzato un corpo di fabbrica sul suo fianco sinistro e negli anni Cinquanta fu sopralzata e fu allargato il portone di accesso.
Oggi il caso dell'ex oratorio dei Santi Biagio, Francesco e Carlo è un caso di archeologia urbana, in un antico borgo in piena area metropolitana, a due passi dalla Fiera di Milano e dal capoluogo lombardo.