La conoscenza del sottosuolo della Majella e delle sue risorse risalgono al periodo romano, come testimonia un panetto di asfalto iscritto ritrovato in zona, che conferma come in età romana anche in Abruzzo fosse praticata la lavorazione degli idrocarburi. Lungo la vallata del fiume Lavino, infatti, lo sfruttamento dei giacimenti di bitume presenti nel sotto suolo iniziano fin da subito ad interessare il territorio. L’industria asfaltifera della Majella è stata molto importante per l’intero fabbisogno nazionale, tanto che fino agli anni ’60 le miniere di Lettomanoppello, Roccamorice, San Valentino in Abruzzo Citeriore e Scafa fornivano circa il 40% della produzione italiana. La prima attività estrattiva del bitume con metodologie industriali avvenne nel 1844 per iniziativa di Silvestro Petrini. L’imprenditore nel 1844 impiantò uno stabilimento per la lavorazione del petrolio. Dall’iniziativa di Petrini prese avvio una stagione di grande sviluppo industriale.