Edificato nella seconda metà del Quattrocento dalle monache agostiniane, fu ricostruito nel Cinquecento. Verso la metà del secolo successivo subì un'importante restauro e fu riccamente decorato da pittori del calibro di Valerio Castello, Giovanni Andrea Carlone e Domenico Piola. Il convento fu soppresso in età napoleonica e cambiò più volte destinazione d'uso, fino ai disastrosi bombardamenti della seconda guerra mondiale. Nel 1992 il Comune di Genova e la Comunità Economica Europea finanziarono e curarono a il recupero del convento per farne un parco archeologico. Il 5 ottobre 2014, fu aperto al pubblico dal comitato della Libera Collina di Castello il nuovo Parco culturale urbano di Santa Maria in Passione. Uno spazio culturale, luogo d'incontro e autoformazione: dove studenti, abitanti e persone operanti nel mondo dell'artigianato, della cultura e dell'arte possono sviluppare il proprio lavoro e condividerlo con la città.