ESSENZE ARBOREE 2

MODENA

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ESSENZE ARBOREE 2
Il platano coltivato nei parchi odierni è, spesso, il Platanus x acerifolia (Aiton) Wild., un ibrido ottenuto dall’incrocio tra Platanus occidentalis e Platanus orientalis. Platanus orientalis proviene dall’Asia occidentale e dal Mediterraneo orientale, era conosciuto già nel mondo Greco e Romano e ampiamente utilizzato per ombreggiare luoghi pubblici. Si tratta di alberi che raggiungono grandi dimensioni tanto che l’imperatore Caligola, come racconta Plinio, organizzò un banchetto su un grande Platano posto nella campagna intorno a Velletri. In tempi più recenti il Platano, in particolare il Platanus occidentalis originario del Nord America (e/o l’ibrido P. x acerifolia), fu diffuso nel nord e centro Italia, come alberatura stradale e nei giardini, prima dai francesi durante il periodo napoleonico e poi dai piemontesi dopo l’Unità d’Italia. Il Noce americano, o Noce nero, è uno stretto parente del noce comune. Originario del Nord America e fu introdotto in Italia nella seconda metà del ‘700 dove fu coltivato nei parchi e giardini ed anche in arboreti per la produzione di legname per la costruzione di mobili. Dalle noci, commestibili ma non particolarmente gustose, si può ricavare olio utilizzato nella produzione di vernici e saponi. Il Ginko, ovvero L’Albero dei ventagli, originario della Cina. è un fossile vivente, essendo l’unica specie della famiglia delle Ginkgoaceae ad essere giunta fino a noi. La sua sopravvivenza è probabilmente dovuta al fatto che i monaci cinesi la coltivassero in prossimità dei loro templi. Il nome comune dell’albero deriva dalla forma delle foglie che ricorda un ventaglio. E’ particolarmente decorativa nel periodo autunnale, quando le foglie assumono una colorazione giallo oro prima di cadere a terra. Da ricordare che l’Albero dei ventagli è una pianta dioica cioè ci sono alberi con fiori maschili e alberi con fiori femminili. L’olmo campestre (Ulmus minor Mill.) è originario dell’Europa ma è presente anche in Russia, Turchia e parte del Nord Africa. Si tratta di una specie un tempo molto diffusa nella campagna modenese in quanto era parte integrante della cosiddetta “piantata”, andando a costituire il tutore vivo della vite (la vite maritata all’olmo). L’Olmo campestre si ibrida facilmente con l’Olmo montano (Ulmus glabra Huds.) dando luogo all’ibrido Ulmus x hollandica che presenta caratteri intermedi ai due genitori. Gli olmi sono colpiti dalla Grafiosi, una malattia che ne determina un rapido disseccamento, soprattutto nella fase adulta.
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