L’emissario Claudio/Torlonia è sicuramente la più imponente opera idraulica della storia antica oltre che la più lunga galleria realizzata dall’uomo, almeno fino al 1870, anno in cui terminò il traforo ferroviario del Frejus. I lavori di questa straordinaria opera idraulica, secondo la testimonianza di Tacito, iniziarono nel 41 d.C. e terminarono nel 52 d.C. Lo scopo era di regimentare le acque del lago Fucino, nella Marsica, per limitarne le periodiche esondazioni e ricavare nuove terre fertili da coltivare, drenando l’acqua del lago nel fiume Liri. Si tratta di una galleria lunga circa 6 chilometri che ha origine presso la località di Borgo Incile nel comune di Avezzano e termine nella parte bassa del borgo antico del Comune di Capistrello. Il complesso idraulico è dotato di 30 pozzi di aerazione e di alcune discenderie di servizio.
L’opera rimase in funzione fino alla caduta dell’Impero Romano poi fu abbandonata e il livello del Fucino tornò a crescere. Le strutture rimasero in stato di totale degrado fino alla seconda metà dell’Ottocento quando, il Principe Alessandro Torlonia, seguendo lo stesso percorso tracciato dai romani, riuscì a prosciugare l’antico lago portando alla luce le terre dell’attuale conca del Fucino.
Purtroppo l’intervento dei tecnici di Torlonia compromise le strutture realizzate esternamente 18 secoli prima, e oggi, ciò che resta dell’opera originale, è l’arco monumentale sul fiume Liri, la cui funzione è prevalentemente decorativa, oltre all’enorme parete di roccia sagomata che lo sovrasta, destinata probabilmente a ospitare un’effige commemorativa.
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