E’ la prima edicola votiva a Palermo dedicata alla Santa, posta nel 1624 sul prospetto di un edifico, vicino all’oratorio di S. Stefano, in piazza Monte di Pietà.
Conserva l’immagine della Santa in estasi entro una cornice marmorea di forme classiche nella cui parte inferiore sono riportati i simboli tradizionalmente associati alla “Santuzza”: la croce, il bastone e la corona di rose e l'incisione dell'anno di realizzazione, il 1624.
Si narra che l’edicola sia stata realizzata dai devoti del quartiere, di via Panneria, dove si trovava l’abitazione di Vincenzo Bonello e dove svolgeva la sua attività di saponaio. In seguito alla morte della moglie quindicenne e dei figli, colpiti dalla peste che affliggeva la città, si recò con i suoi cani da caccia sul Monte Pellegrino per trovare sollievo al suo dolore ma, assalito dallo sconforto, aveva deciso di gettarsi da una rupe quando gli comparve in visione la Santa che gli indicò il luogo della sua sepoltura. Informate le autorità ecclesiastiche, le ossa della Santa ritrovate furono portate in processione per le vie cittadine e avrebbero sconfitto (come in effetti avvenne) l'epidemia di peste che aveva colpito la città.
Con l’ultima guerra, l’abitazione del cacciatore fu distrutta dai bombardamenti ma, prodigiosamente, l'immagine restò integra.
Da allora i Palermitani devoti usano raccogliersi in preghiera davanti all'edicola e una volta l'anno, in occasione del Festino del 15 luglio, viene organizzato il "festinello", per onorare la "Santuzza"e la figura del leggendario cacciatore. L'edicola votiva viene "apparata"con grandi festoni, illuminata da luci, adornata di fiori offerti insieme a ex-voto per grazia ricevuta. Ancora oggi si suole affermare che non c'è festa a Palermo se non si fa il festino a Monte di Pietà, "a Santuzza du Munti".