Il Duomo di Napoli, la Cattedrale dedicata a Santa Maria Assunta, la si scopre all’improvviso camminando lungo l’ottocentesca via omonima. Un’arteria pensata in età borbonica ma realizzata solo con lo sventramento della città nei primi decenni dell’Unità d’Italia.
L’edificazione della Cattedrale fu voluta da Carlo d’Angiò nel 1294, nel luogo dove sorgevano due antiche basiliche: Santa Restituta e la Stefania. Per lasciar posto alla nuova costruzione, quest’ultima fu completamente demolita, mentre la basilica di Santa Restituta fu ridotta al ruolo di cappella laterale.
In stile gotico, ha un impianto a croce latina, a tre navate. Il soffitto della navata principale è a cassettoni, in legno intagliato e dorato, mentre le navate laterali hanno volta a crociera, con decorazioni barocche. Le decorazioni a stucchi che decorano tutta la chiesa sono della fine del Seicento.
La facciata del Duomo, alta circa 50 metri, è dotata di tre portali, la porta di destra viene dischiusa soltanto per le festività che celebrano San Gennaro e in alcuni casi straordinari. La facciata angioina, distrutta insieme al campanile dal terremoto del 1349, fu ricostruita in stile gotico.
Le navate laterali, con le loro cappelle e nicchie, testimoniano i vari passaggi nell’arte e nell’architettura napoletana nel corso dei secoli.
Tra le tante cappelle, due si distinguono sopra le altre per dimensione e rilevanza artistica.
La Cappella di Santa Restituta, sulla navata sinistra, corrisponde all’antica basilica voluta dall’imperatore Costantino. E’ un’interessante testimonianza dell’arte paleocristiana a Napoli. Si presenta con tre navate ed ospita oggi opere di Luca Giordano e sculture trecentesche.
Da qui si accede anche alla zona archeologica che si trova sotto il Duomo, dove sono conservati importanti resti della città greco-romana e paleocristiana. A destra dell’abside c’è anche l’accesso al Battistero di San Giovanni in Fonte, considerato il più antico d’occidente.
La Cappella del Tesoro di San Gennaro (la terza a destra) risale invece alla prima metà del XVII secolo. E’ in questa cappella, in un magnifico stile barocco, che tutti gli anni si attende con ansia il miracolo della liquefazione del sangue del santo.
Superato il cancello bronzeo di Cosimo Fanzago si entra in una cappella con pianta a croce greca con quattro bracci di dimensione ridotta e cupola a doppia calotta. Qui sono custoditi il busto d’argento e le ampolle col sangue di San Gennaro.
Sotto l’altare maggiore si trova la Cappella del Succorpo, la cripta del Duomo. E’ anche conosciuto come Cappella Carafa, in onore del cardinale Oliviero Carafa che la volle edificare per custodirvi le reliquie di San Gennaro insieme a altri 51 santi.
Giovan Tommaso Malvito la concepisce come se fosse una basilica. Ha una pianta a tre navate scandite da colonne antiche con capitelli ionici con delle nicchie laterali e una cappella terminale.
Dall’esterno del Duomo è possibile accedere al Museo del Tesoro di San Gennaro, che ospita numerosissime opere d’arte, gioielli, argenti donati nel corso dei secoli in segno di devozione al santo patrono.