DOMUS E MOSAICO DEL LEONE

TERAMO

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DOMUS E MOSAICO DEL LEONE
IL Mosaico del Leone è una decorazione pavimentale del tablino della omonima Domus, databile intorno al I secolo a.C. La domus rientra nella tipologia abitativa greco-romana, che si sviluppa a partire dal II secolo a.C. Alla normale disposizione su uno stesso asse di vestibolo - atrio - tablino è aggiunto il peristilio, la cui presenza è dimostrata dal ritrovamento di numerosi frammenti marmorei di statue e di altri elementi architettonici e decorativi nell'area adiacente la sala del tablino. Alla casa si accede tramite un ingresso, di cui resta la soglia pavimentata in cocciopesto. Aveva una copertura sostenuta da quattro colonne angolari. Il pavimento dell'atrio è in opus scutulatum, realizzato con scaglie di pietra o marmo, di vario colore e formato, inserite in fondi di vario tipo e disposte sparse o secondo motivi decorativi. Il fondo è in piccole tessere bianche disposte secondo un ordito regolare in cui sono inserite piccole scaglie di diversi tipi di marmi e colori: il tutto è incorniciato da un'ampia fascia di tessere nere e completato da un motivo romboidale di squame allungate, bipartite, adiacenti, in contrasto bianco-nero tra le colonne dell'impluvio. Questo tipo di pavimentazione appare agli inizi del I secolo a.C.fino all'età giulio-claudia. Al centro dell'atrio si trova l'impluvio, una grande vasca per raccogliere l'acqua piovana. L'acqua, attraverso una canaletta sotterranea, confluiva in una cisterna. La vasca è pavimentata in opus spicatum, tutt'intorno corre un gradino sagomato su cui si innestano, agli angoli, le basi attiche delle colonne scanalate, che sostenevano il compluvio. Dall'atrio si arriva al tablino attraversando una grande apertura:la soglia dell'ingresso è in mosaico, con il motivo del meandro prospettico a svastiche e quadrati nei colori rossiccio, bianco, nero, ocra, verdastro (motivo tipicamente ellenistico). Il tablino ha la dimensione di un quadrato con lato di 3,80 m, due stretti corridoi larghi 1,15 m (se ne ignora la lunghezza) e davano, probabilmente, accesso al peristilio; quest'ambiente è pavimentato da opus tessellatum policromo, costituito da tessere di pietra di forma regolare e grandezza variabile, il tipo decorativo dominante è quello del soffitto piano a cassettoni, entro i quali sono rappresentati motivi naturalistici. Al centro vi è l'emblema del leone in lotta con un serpente su uno sfondo naturalistico, contornato da una treccia a due capi, intorno al riquadro del leone girano ricche ghirlande, tenute ai quattro lati da maschere teatrali, e, più all'esterno, un motivo a treccia a calice. L'Emblema del Leone (emblema:pannello musivo eseguito in bottega con minuscole tessere, disposto su lastre di marmo o travertino o terracotta e inserito nel tessellato) è inserito in una cassetta di pietra: la tecnica per un emblema era quella del vermicolato, con tessere piccolissime e di forma irregolare; qui le tessere dello sfondo sono quadrangolari, allungate quelle dei baffi, tonde quelle della pupilla e dell'iride; è applicata la disposizione centripeta, ossia quella in cui la grandezza delle tessere va decrescendo dall'esterno verso l'interno; il perimetro dell'emblema è ornato da un motivo a treccia a due capi con nodi serrati su fondo scuro. I colori impiegati sono l'arancio e il grigio verde in diverse gradazioni; quattro file di tessere compongono ogni nastro, che ha una notevole resa plastica ottenuta mediante opportuno utilizzo delle variazioni tonali dei due colori usati. Al centro della scena vi è un leone in posizione di attacco mentre con la zampa anteriore artiglia il serpente, che a sua volta avvinghia la coda attorno alla zampa posteriore sinistra del leone. Quasi ad occupare tutta la scena è la testa con le fauci spalancate e la folta criniera resa con tessere dalle diverse tonalità del giallo oro. La pelle del serpente invece è resa da colori arancio e verde cupo sul dorso, mentre il ventre è realizzato da minuti frammenti beige con macchie scure.
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